Sindaco, ma quanto ci costi? Quanto percepiscono i primi cittadini del capoluogo e della provincia

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Sindaci e costi utili della politica
Sindaci e costi utili della politica

(Articolo sui costi (utili) della politica, su quanto percepiscono i Sindaci del Vicentino da Vicenza Più Viva n. 295sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

È giusto che chi si prende quotidiane responsabilità, civili e penali, venga adeguatamente
retribuito? Secondo noi, sì. Per lavorare bene. E per il bene comune, però.

«Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala e non lamentarti che non te l’ha ordinato il dottore!». È il mantra che veniva ripetuto dai cittadini a quel sindaco che osava lamentarsi dell’indennità che percepiva fino a qualche anno fa. Della serie… va bene così. Ma qualcosa è cambiato. Dal 2022 in maniera parziale, e dallo scorso anno in via definitiva, a furor di politica sono arrivati aumenti che hanno alzato lo “stipendio” di sindaco, vicesindaco, assessori e presidenti del consiglio comunale di circa un terzo rispetto a quanto percepivano prima. Fare il sindaco ti cambia la vita, scegli di farlo perché ami il tuo territorio, hai anche delle belle soddisfazioni personali ma la mole di lavoro, l’impegno diretto con i cittadini e le responsabilità civili e penali che ti prendi ad ogni firma che metti non ti fanno sempre dormire sonni tranquilli, senza contare che nei paesi più piccoli la tua privacy praticamente scompare.
Ecco allora che si è pensato di alzare l’indennità, una manovra non esente da critiche parte di chi non ha un’idea di ciò che comporti questo ruolo. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Abbiamo preso un campione sentendo due primi cittadini, appartenenti a forze politiche diverse.

Il Sindaco di Montecchio Silvio Parise
Il Sindaco di Montecchio Silvio Parise

Fresco di nomina a sindaco ma di lungo corso per quanto riguarda la gestione di enti a partecipazione pubblica è Silvio Parise, da sei mesi alla guida di Montecchio Maggiore, già presidente del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, che parte dalla propria esperienza per spiegare il suo gradimento al ritocco delle indennità.
«Quando guidavo il Consorzio – racconta Parise – gestivo un territorio di 96 comuni con un bilancio pari ad un comune di trentamila abitanti, percependo circa la metà di quello che oggi viene riconosciuto al sindaco di un comune di quelle dimensioni.
Finalmente, e giustamente, sono arrivati gli adeguamenti economici proporzionati al rischio della gestione di enti così importanti e all’impegno che è totale di giorno e con diverse sere e weekend compresi».
Anticipando un tema che affrontiamo più avanti in questo nostro approfondimento, il primo cittadino di Montecchio Maggiore pone l’attenzione su un’altra situazione che non ha timore di definire vergognosa.
«Quello che stride e che non è adeguato – afferma con vigore Silvio Parise – è il compenso percepito dai consiglieri comunali per ogni atto amministrativo, soprattutto se messo a confronto con quello che prendono gli amministratori o i loro colleghi a livello regionale. Se guardiamo bene, l’impegno profuso da un consigliere comunale di una città di trentamila abitanti è, più o meno, simile a quello di un consigliere regionale che però riceve in cambio un’indennità mensile molto importante.
È una questione che evidenzierò al Prefetto e una battaglia che porterò avanti anche in sede Anci proponendo che il gettone di presenza sia portato almeno a 100 euro per tutti e per ogni singola seduta, il minimo sindacale per rendere più dignitoso questo ruolo».
Soddisfazione per l’adeguamento delle indennità anche da parte del sindaco di un piccolo comune come quello di Isola Vicentina dove Francesco Gonzo ha, però, qualche precisazione da fare. «In realtà l’indennità al sindaco è un riconoscimento parziale per quello che una persona mette a disposizione della sua comunità. Il ruolo di primo cittadino in una realtà come la mia rappresenta il fronte più vicino alla comunità dove le difficoltà sono maggiori ma è, paradossalmente, meno retribuito. Quindi bene gli adeguamenti ma a mio avviso sono ancora insufficienti anche perché, ad esempio, un sindaco ha garantita un’assicurazione che però non copre l’eventuale responsabilità grave, quindi se la deve pagare. Ci sarebbe da ridire anche sul tema dei diritti della persona che sceglie di fare il sindaco mantenendo il proprio lavoro da dipendente: in questo caso (come nel mio) l’indennità viene dimezzata. Mi confronto spesso con il mio collega tedesco della città gemellata – confida Francesco Gonzo – dove non c’è limite del numero di mandati, e ognuno dura sei anni, ma solo limiti d’età. In Germania quando diventi sindaco devi abbandonare il lavoro ma l’indennità è uguale per tutti, cioè non ci sono differenze in base alla popolazione del comune, ed è così cospicua che ti permette di dedicarti esclusivamente al tuo nuovo ruolo. Forse questa potrebbe essere la soluzione».