Il sionismo… una pandemia senza fine! L’apartheid vista dall’altra parte

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Apartheid in Israele
Apartheid in Israele

A proposito dell’articolo «L’apartheid palestinese in Israele? Paola Farina fa rispondere Emanuel Segre Amar: “una falsa pandemia senza fine”», su ViPiu.it del 6 dicembre mi permetto di fare una serie di osservazioni.  La parola apartheid non è solo una descrizione di ciò che è successo in Sudafrica!

Il crimine dell’apartheid è qualificato dallo Statuto di Roma (1998), che istituisce la Corte penale internazionale, come un crimine contro l’umanità; questa qualificazione è stata fatta inizialmente da varie risoluzioni del Consiglio di sicurezza (1984) e dell’Assemblea generale (1966) delle Nazioni Unite riguardanti il Sudafrica. La Convenzione del 1973 sulla soppressione e la punizione del crimine di Apartheid lo definisce come “un regime istituzionalizzato di oppressione e dominazione sistematica di un gruppo razziale su qualsiasi altro gruppo o gruppi razziali e con l’intenzione di mantenere tale regime“.

La situazione di oppressione imposta dallo Stato d’Israele ai palestinesi, sia nel suo territorio nazionale che nei territori occupati, risponde a questa definizione giuridica. In effetti, in Israele, un milione e mezzo di palestinesi sono vittime di discriminazione (per quanto riguarda la nazionalità, il matrimonio, l’accesso al lavoro, i permessi di costruzione, ecc.); nei territori occupati, l’esercito israeliano controlla l’acqua della Cisgiordania; nessun diritto regola il lavoro dei palestinesi (nessun salario minimo, nessuna età minima, nessun massimo orario).

I palestinesi vivono sotto la giurisdizione militare arbitraria all’interno di “Bantustan” isolati tra i quali non è possibile muoversi senza autorizzazione israeliana. Infine, un milione e mezzo di palestinesi della striscia di Gaza vivono sotto un caso estremo di oppressione sistematica: blocco, privazione dei beni di prima necessità, frequenti bombardamenti… La coincidenza con la legislazione e le politiche israeliane di discriminazione contro i palestinesi è chiara. Eppure per decenni è stato praticamente impossibile parlarne pubblicamente. Quando l’ex presidente Carter, in un libro del 2006 su Israele, ha osato includere la parola nel suo titolo (Palestine: Peace, Not Apartheid), ha sollevato grida di sdegno. Dieci anni dopo, quando uno studio dell’ONU ha raggiunto le stesse conclusioni (“Israel’s Treatment of the Palestinian People and the Question of Apartheid“, la reazione non è stata meno violenta.

Di fronte alla rabbia dei lobbisti sionisti e degli stati pro-Israele per questo uso inaccettabile della parola “Apartheid”, il segretario generale ha dovuto chiedere il ritiro del rapporto. Il direttore esecutivo dell’ESCWA, Rima Khalaf, ha preferito dimettersi piuttosto che inchinarsi.

Nell’editoriale del 6/12/2021 Haaretz, popolare  giornale israelinano ha pubblicato un articolo con un titolo che riassume tutta la politica sionista dello Stato di Israele Ayelet Shaked, the Minister of Discrimination” (https://www.haaretz.com/opinion/editorial/ayelet-shaked-the-minister-of-discrimination-1.10442237). Haaretz non sarà mica pagato da Hamas vero?!

Anche Human Rights Watch (HRW) ha descritto come “apartheid” la politica di Israele verso gli arabi sul suo suolo e i palestinesi nei territori occupati: A Threshold Crossed, Israeli Authorities and the crimes of Apartheid and Persecution

Negli ultimi mesi, ONG israeliane come B’Tselem hanno iniziato a usare il termine “apartheid” per riferirsi alle politiche di Israele verso gli arabi israeliani e i palestinesi in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est. Ma è la prima volta che un’importante ONG internazionale per i diritti umani si riferisce a questa politica come “apartheid“.

Sulla base delle sue ricerche, Human Rights Watch conclude che il governo israeliano mantiene una deliberata dominazione della popolazione ebraica israeliana sui palestinesi in tutto Israele e nei territori occupati“, dice il rapporto.  Quando questa “dominazione deliberata” è combinata con “oppressione sistematica” e “atti disumani”, “questo è il crimine dell’apartheid”, conclude HRW, dicendo che si basa sulla definizione legale di apartheid e non su un confronto con la precedente politica razziale del Sudafrica. “Per anni abbiamo detto che siamo vicini all’apartheid (in Israele/Palestina), e penso che ora sia chiaro che la soglia è stata superata“, ha detto all’AFP Omar Shakir, autore del rapporto di 200 pagine.

Questa “soglia” è stata superata negli ultimi anni con l’espansione degli insediamenti israeliani a Gerusalemme Est, la parte orientale della Città Santa annessa da Israele, e nella Cisgiordania occupata, dove ora vivono quasi 700.000 coloni, ha detto, stimando che gli insediamenti israeliani che dovevano essere “temporanei” sono diventati costruzioni “permanenti” in assenza di un accordo sul riconoscimento di uno stato palestinese.

La decisione di HRW di usare un termine così carico come “apartheid“, ma anche di descrivere la politica di Israele verso la sua minoranza araba e i palestinesi come “persecuzione“, arriva settimane dopo che la Corte penale internazionale (ICC) ha deciso di aprire un’inchiesta sui presunti crimini commessi da Israele dal 2014 nei territori occupati.

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu aveva descritto la decisione della CPI come…. “antisemita”! L’ONG con sede a New York ha esorta anche l’ONU a creare una “commissione internazionale d’inchiesta” sulla situazione in Israele e nei Territori, e gli stati stranieri a “non essere complici” della politica israeliana nei confronti dei palestinesi, senza tuttavia invitarli a boicottare lo Stato sionista.

PS: Anti sionismo = anti semitismo?

Cerchiamo di essere chiari e rifiutiamo di confondere le cose. L’antisemitismo è l’odio verso gli ebrei.  Il sionismo si riferisce a un’ideologia politica che mira alla creazione di uno stato ebraico in Palestina (politica combattuta nel Bund!). La lobby pro Israele e sionista  vuole stabilire un segno di “uguaglianza” tra antisionista e antisemita, per dire che chiunque critichi la politica di Israele è un antisemita!

Crediamo che sia essenziale rifiutare di considerare gli antisionisti come delinquenti penalizzandoli, per non mantenere una confusione che può solo nuocere alla lotta contro…. l’antisemitismo!

Luc Thibault