Slovacchia, cinque spari contro Fico: attentato al premier che guarda a Orban

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(Adnkronos) – Cinque colpi di pistola, due ferite al braccio e una all'addome, una lunghissima operazione e condizioni definite gravissime. E' in coma farmacologico Robert Fico, il primo ministro slovacco vittima ieri di un attentato. Ma a rassicurare sulla salute del premier, è stato in serata il vicepremier Tomas Taraba, spiegando che Fico "sopravviverà" e che non si trova più in pericolo di vita.  "Sono rimasto scioccato", ha detto alla Bbc, aggiungendo che "fortunatamente, per quanto ne so, l'operazione è andata bene e immagino che alla fine sopravviverà. Non è in pericolo di vita in questo momento", ha detto. Il movente dell'attentatore, un settantenne in pensione amante della poesia, sarebbe riconducibile "chiaramente a motivi politici", secondo il ministro dell'Interno slovacco, Matus Sutaj-Estok. Ma qual è la linea politica del premier? Il terzo mandato da premier di Robert Fico, il populista di sinistra vincitore delle elezioni dello scorso settembre nel Paese, è stato caratterizzato da ottobre ad oggi da manifestazioni e proteste contro le politiche che, nei timori dell'opposizione, appaiono tese a spostare la Slovacchia su un corso simile a quello dell'Ungheria di Viktor Orban.  La maggioranza che sostiene il governo di Fico – il cui partito Smer-Sd è stato espulso dal Partito Socialista Europeo per essersi alleato con il Partito nazionale slovacco (Sns), formazione di estrema destra – a febbraio ha approvato una legge per sciogliere l'ufficio del Procuratore speciale anti-corruzione, ridurre le pene per corruzioni e crimini fiscali e le protezioni per gli informatori.  Allarme e critiche interne ed esterne sono state provocate dalle mosse del governo, lo scorso aprile, per abolire l'emittente pubblica e sostituirla con un altro organismo, con l'obiettivo – hanno denunciato esponenti dell'opposizione – di dare al governo il pieno controllo di radio e televisione pubbliche.  A rafforzare la posizione di Fico è arrivata ad aprile l'elezione alla presidenza di Peter Pellegrini, leader di Hlas-Sd stretto alleato di Fico, e come lui su posizioni filorusse e scettiche sul sostegno all'Ucraina. Il 15 giugno si insedierà al posto di Zuzana Čaputová, la prima presidente donna della Slovacchia, che aveva annunciato di non volersi candidare alla rielezione dopo aver ricevuto minacce di morte.  Caputova ha dato il massimo sostegno all'Ucraina contro l'invasione russa, all'opposto di Fico che in campagna elettorale ha promesso che non avrebbe mandato "una singola munizione" a Kiev ed ha detto che non permetterebbe l'arresto di Putin, su mandato di cattura internazionale, sul suolo slovacco. Riguardo a Orban, Fico ha detto che il premier teorico della democrazia illiberale "difende gli interessi del suo paese e del suo popolo".  
Premier per due mandati tra il 2006 e il 2010 e poi tra il 2012 e il 2018 – quando fu costretto a dimettersi dopo le proteste innescate dall'assassinio del giornalista autore di inchieste sulla corruzione del partito al potere, Jan Kuciak e della sua compagna – Fico viene comunque considerato un campione di tattica politica: in trenta anni di carriera, ha navigato con successo tra posizioni di mainstream, filo Ue ed una accesa retorica nazionalista, antioccidentale destinata a mantenere il controllo della base elettorale interna.  In questo quadro rientra anche la posizione sull'immigrazione del leader del partito socialdemocratico, che è stato un fatto decisivo della sua vittoria nel 2016, con il rifiuto di "una comunità distinta musulmana in Slovacchia". Lontano dalle posizioni del suo ex gruppo socialista europeo, anche per quanto riguarda matrimoni gay ed adozioni da parte di coppie gay da lui definite una "perversione". Lo stesso per quanto riguarda la posizione no vax assunta durante la pandemia di Covid, durante la quale è stata una delle voci prominenti contro mascherine, lockdown e vaccini.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)