Smart Working, Confintesa: “paradosso ministero Salute che fa tornare in presenza 70% dipendenti”

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“Due pesi e due misure. E’ questo il criterio che il Ministero della Salute impiega nel mettere in campo le azioni anti-Covid a seconda se si tratta di tutta la popolazione o dei soli dipendenti del Ministero della Salute. Non è pensabile che le disposizioni che garantiscono un minimo di garanzia per evitare il contagio del Covid-19 che vengono imposte, giustamente, a tutta la popolazione poi vengano disattese proprio con i dipendenti del Ministero che le divulga.”
Lo dichiara Claudia Ratti Segretario Generale di Confintesa Funzione Pubblica in merito alla decisione della Dirigenza del Ministero della Salute di tenere in smart-working solo il 30% del personale e far tornare in presenza il restante 70%.
“Succede così – continua Claudia Ratti – che il distanziamento all’interno del Ministero della Salute diviene un optional e la raccomandazione che in ogni stanza non vi sia più di un lavoratore venga completamente ignorata dalla Dirigenza preposta al buon funzionamento del Personale.
Vero è che il Ministro Brunetta ha lasciato ai Dirigenti delle singole amministrazioni la libertà di decisione sulla percentuale dei dipendenti che possono essere in presenza ma al Ministero della Salute sembrerebbe che la scelta di far tornare in ufficio il 70 % dei dipendenti sia, per motivazioni logistiche, una scelta rischiosa.
Corre l’obbligo, altresì, di stigmatizzare – conclude la responsabile di Confintesa FP – l’atteggiamento incoerente del Ministero della salute che, garante della salute pubblica da una parte non appare altrettanto attento nei confronti dei propri dipendenti, verso i quali adotta misure in contraddizione con le proprie indicazioni a livello Nazionale.
Confintesa FP ha chiesto un incontro al fine di illustrare le azioni che intende attuare, sempre nell’ottica di un opportuno coordinamento e fattiva collaborazione, nell’interesse primario della mission del Ministero della salute.”