éubblicato il 4 giugno all2 22.55, aggiornato il 5 con nota USB. Soumayla Sacko, bracciante Maliano attivista USB è stato assassinato, e altri due braccianti feriti, nelle campagne di Vibo Valentia mentre aiutava altri connazionali a recuperare, in una fabbrica abbandonata da anni, pezzi di lamiera per tirare su baracche di fortuna, ricoveri che diventano infernali sotto il sole del Sud, dove riposare dopo anche 12 ore di lavoro nei campi a salari irrisori.
Non è la prima volta che nel nostro paese braccianti immigrati vengono presi di mira dalla criminalità organizzata, che difende la proprietà agricola da chiunque osi mettere in discussione condizioni di vita e di lavoro che neppure le bestie conoscono. Altre volte si tratta di episodi di puro razzismo, magari al grido di “ci tolgono il lavoro” ipocrisia al massimo grado, vista la difficoltà di far accettare alla maggior parte degli italiani i lavori più gravosi.
Nessuno si chiede come mai degli operai agricoli, residenti in Italia e regolarizzati, siano costretti a cercare materiale abbandonato per costruirsi una baracca sotto cui dormire che nemmeno lontanamente può considerarsi una casa quando le leggi che regolano il lavoro agricolo stagionale imporrebbero la fornitura da parte delle aziende di alloggi e mezzi di trasporto adeguati. La realtà è fatta di accampamenti di tende e baracche che spesso vanno a fuoco, senza servizi igienici né fogne e in cui l’unica acqua che vedono è quella pioggia che tutto allaga e trasforma in un mare di fango. L’Unione sindacale di Base da anni pone al centro della sua attività l’organizzazione degli sfruttati, nelle fabbriche come nelle campagne, come nella logistica, dove l’assassinio di ABD El Salam lo scorso anno ha dato il via alla campagna ?Schiavi Mai’. Dobbiamo reagire con fermezza a questo ennesimo brutale assassinio.
Soumayla Sacko è vittima di un clima di intolleranza alimentato a dismisura durante la campagna elettorale e che ha portato l’assassino a ritenersi autorizzato a scaricare il suo fucile su tre giovani braccianti immigrati e Matteo Salvini a diventare il nuovo Ministro dell’Interno, e la cui prima dichiarazione nei confronti dei migranti è stata “La pacchia è finita”. Un clima di intolleranza, di guerra dei penultimi contro gli ultimi, alimentato ad arte per nascondere i veri responsabili dell’austerità, della precarietà, dell’impoverimento di milioni di italiani, e cioè in primo luogo le politiche dell’Unione Europea applicate fin qui in Italia dai vari governi. La ritirata degli esponenti del nuovo governo Lega 5 stelle dalla posizione di contrasto all’Unione Europea non lascia ben sperare sui futuri sviluppi.
USB invita tutte le proprie strutture a dare vita in ogni città e posto di lavoro a iniziative di mobilitazioni da attuarsi nel più breve tempo possibile: presidi assemblee scioperi, in preparazione di ulteriori mobilitazioni in Calabria e a livello nazionale con la manifestazione del 16 giugno a Roma promossa dall’Usb per porre al centro del dibattito politico e del confronto con il nuovo governo le più scottanti questioni sociali, tra cui certamente la questione dei migranti.
A Vicenza presidio il 6 giugno alle 17 a Piazza Castello.
Usb
Nota di Potere al Popolo Alto Vicentino
Da Rai News: “Era un attivista sindacale dell’Usb (Unione sindacale di base), Soumaila Sacko, il ragazzo 30enne del Mali ucciso nel Vibonese nel corso di una sparatoria. Un ragazzo da sempre in prima fila nelle lotte sindacali per difendere i diritti dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro e costretti a vivere in condizioni fatiscenti nella tendopoli di San Ferdinando (Rc).”
Soumaila Sacko, scrive Potere al Popolo Alto Vicentino, non è morto “nel corso di una sparatoria”, è stato ucciso da colpi di fucile sparati da lontano che hanno ferito anche suoi compagni. E’ stato l’assassinio a freddo di un ragazzo che si ribellava alle condizioni di lavoro e di vita indecenti alle quali era costretto.
Ancora una volta la violenza si scatena contro un immigrato che lottava per difendere i diritti dei suoi compagni di lavoro. Era già successo a Piacenza con Adb el Salaam travolto da un camion mentre lottava per il posto di lavoro.
All’USB esprimiamo la massima solidarietà. A Soumaila Sacko e ai tanti come lui e Abd El Salaam che hanno deciso da che parte stare, dobbiamo essere riconoscenti. Lo siamo perché non si arrendono a una situazione di estremo disagio e combattono in prima fila perché il nostro paese, quello che li aveva accolti sfruttandoli e discriminandoli, possa ridiventare un paese civile e accogliente. Ricordiamo che Soumaila lottava non solo per la sua dignità e i suoi diritti, ma per i diritti e la dignità di tutti noi. Non ci possono essere distinguo di colore della pelle o di nascita, le differenze (e sono abissali, inconciliabili) sono tra sfruttatori e sfruttati, tra chi uccide chi lotta e chi cerca di vivere a testa alta. Questa è la vera differenza, quella che impone di scegliere da che parte stare. Noi abbiamo scelto, da sempre, di stare dalla parte di Soumaila Sacko, di Abd El Salaam e di chiunque sia sfruttato.
Potere al Popolo Alto Vicentino