Somministrazione illecita di manodopera, lavoratrici e Cgil vincono in primo grado causa collettiva contro Viacqua

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viacqua perde causa contro cgil per somministrazione illecita di manodopera

Il Tribunale del Lavoro di Vicenza ha dato ragione in primo grado, in una causa collettiva nei confronti di Viacqua S.p.A che ha coinvolto alcune lavoratrici del settore della Cooperazione Sociale. Sulla vertenza in un primo momento FP Cgil – che segue la cooperazione sociale – e Filctem CGIL – che segue i lavoratori e le lavoratrici di Viacqua- avevano tentato di comporre la situazione in un confronto con la Direzione di Viacqua, ma a fronte di un atteggiamento rigido, le lavoratrici coinvolte sono state affidate allo Studio Lando di Padova che ha poi avviato la causa.

Come hanno dichiarato Giuliano Ezzelini Storti, segretario generale della Filctem CGIL Vicenza, Stefano Bagnara segretario generale e Andrea Campagnolo segretario provinciale di Funzione Pubblica Cgil di Vicenza, “Questa sentenza rappresenta un passo fondamentale nella difesa dei diritti dei lavoratori e nella lotta contro forme di precariato anche nelle aziende a capitale pubblico”.

La causa

Nella causa, il giudice del lavoro ha riconosciuto come un appalto per la gestione di alcuni punti di cortesia di Viacqua nel vicentino nascondesse, in verità, una somministrazione illecita di manodopera.

In particolare, anziché lavorare in autonomia per il raggiungimento delle finalità dell’appalto, il personale, fornito da una cooperativa sociale, era gestito a tutti gli effetti da Viacqua, che chiedeva alle lavoratrici prestazioni lavorative non rientranti specificatamente nell’appalto, ne programmava la formazione e voleva essere informata anche sulle ferie.

La sentenza per i sindacalisti è preziosa perché interviene decisamente contro forme di appalti e somministrazione che comprimono i diritti e i salari di chi lavora, “precarizzando” i rapporti di lavoro. “Da anni – hanno ribadito Ezzelini Storti, Campagnolo e Bagnara – chiediamo che le aziende a Capitale Pubblico diano l’esempio e gestiscano direttamente i servizi che prestano, per garantire anche maggior efficienza e miglior servizio al cittadino. Speriamo quindi che quanto espresso in primo grado dal tribunale possa aiutare la nostra lotta.”

Pagate come lavoratrici in appalto, ma dipendenti a tutti gli effetti

Si è dunque definito che le lavoratrici erano a tutti gli effetti dipendenti di Viacqua ma ricevevano, in quanto lavoratrici in appalto, una retribuzione più bassa rispetto a quella prevista dal contratto nazionale di lavoro applicato al personale dell’azienda partecipata. La sentenza obbliga l’azienda a riconoscere le differenze retributive sulla base del proprio contratto, garantendo così un giusto compenso al personale coinvolto.

La sentenza del tribunale ha riconosciuto la validità delle argomentazioni di lavoratrici e sindacato, stabilendo che la somministrazione di manodopera in questi casi è illegittima. Un risultato importante per FP e Filctem CGIL di Vicenza, ma soprattutto un messaggio chiaro a tutte le istituzioni e le aziende che intendono comprimere il costo del lavoro attraverso percorsi che riducono diritti e salario: sono pratiche che non possono più essere tollerate.

Lavori in appalto, una situazione su cui vigilare

Fp e Filctem Cgil hanno spostato l’attenzione anche sul fatto che frequentemente le aziende appaltatrici non sono in grado di garantire condizioni di lavoro dignitose: la precarietà diventa la norma, con contratti a termine, salari inferiori rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi e mancanza di protezione sociale. I lavoratori, in questo contesto, si trovano a dover affrontare situazioni di vulnerabilità senza la possibilità di rivendicare i propri diritti.

Diventa fondamentale vigilare con molta attenzione sugli appalti, soprattutto alla luce del nuovo codice che allenta in maniera preoccupante alcuni vincoli.

Qui il comunicato ufficiale di Cgil