Viacqua ha inviato una precisazione in riferimento all’articolo pubblicato ieri sulla sentenza di condanna per somministrazione illecita di manodopera.
“L’azienda – si legge nel comunicato che riportiamo integralmente – intende replicare alle informazioni incomplete riportate, per una corretta informazione all’utenza e a tutela della reputazione della società.
Viacqua intende entrare nel merito riguardo al caso di tre lavoratrici impiegate presso gli sportelli di Camisano e Dueville attraverso un contratto di appalto definito con la Cooperativa Alveare società cooperativa sociale.
Attraverso la sentenza pronunciata dal Tribunale di Vicenza, infatti, il Giudice dispone, da un lato, il pagamento delle somme alle tre lavoratrici, ma condanna, altresì, la Cooperativa Alveare, alle dipendenze dirette della quale le tre hanno lavorato, a rifondere le stesse somme a Viacqua, che viene quindi tenuta indenne da ogni onere.
Proviamo quindi a ricostruire brevemente l’accaduto per fare chiarezza.
Fino al 2023 Viacqua si è avvalsa di regolari contratti di appalto per la gestione di alcuni servizi.
Successivamente l’azienda ha scelto di internalizzare i servizi stessi assumendo personale con altrettanti regolari contratti a tempo indeterminato, per l’instaurazione dei quali è stata bandita un’apposita selezione ad evidenza pubblica (a cui però le tre lavoratrici non hanno inteso partecipare).
La sentenza ha ricondotto il rapporto contrattuale intercorso tra Viacqua e la Cooperativa Alveare alla somministrazione di lavoro, anziché all’appalto, e ha riconosciuto alle lavoratrici le differenze retributive. Tuttavia, come già detto, ha condannato la stessa Cooperativa Alveare a rifondere alla società tutto quanto la stessa sarà tenuta a pagare alle lavoratrici, per cui Viacqua non dovrà sostenere alcun costo.
Viacqua ribadisce che la sentenza non ha stabilito responsabilità risarcitorie a proprio carico e conferma la volontà di proseguire sulla strada di valorizzare sempre più le risorse umane interne, patrimonio imprescindibile per il buon operato dell’intera società”.