Sono finiti in discarica anche i 50.000 euro donati dalla Fondazione Roi per riutilizzare l’allestimento per van Gogh ora distrutto: le nuove domande sulla Roi in attesa di risposte

242

Riguardo e riascolto questo video, pubblicato il 22 ago 2017 proprio da VicenzaPiu.com e relativo ad una conferenza stampa, svoltasi in Sala degli Stucchi, con la partecipazione del sindaco Achille Variati e relativa alle modifiche dell’allestimento per la mostra di Marco Goldin in Basilica Palladiana richieste dalla Soprintendenza in relazione al contributo della Fondazione Roi per gli allestimenti. In quella circostanza il sindaco, rispondendo alle domande del direttore di questo mezzo, ribadisce la dichiarazione fatta in precedenza dal vice presidente del CdA della Fondazione Roi, Andrea Valmarana, proprio in relazione al riutilizzo dell’allestimento messo in opera in basilica per la mostra dedicata Van Gogh, da parte dei Musei Civici.

 

Infatti il sindaco Variati dichiara “le modifiche richieste non stanno cambiando l’allestimento della struttura che poi resta al Comune“. Non mancano altre fonti che confermano tutto ciò, ovverossia che la Fondazione Roi ha donato un contributo sostanzioso di 100.000 euro a un fruitore privato, cosa questa che lede, a mio parere, la mission dello statuto della Fondazione, con la promessa, impegno, accordo, insomma con la convinzione che, grazie ai 50.000 euro, la quota parte dei 100.000 complessivi stanziati alla bisogna, questo allestimento sarebbe poi stato recuperato a favore dei Musei Civici. Così pare proprio che non sia stato.
Rammento di aver letto che Marco Goldin si era detto perplesso, e anche qualche cosa in più, perché la sovrintendenza  aveva dichiarato che l’allestimento doveva essere tolto dalla Basilica e, quindi, a suo dire, questo avrebbe determinato uno spreco di denaro (nell’insieme all’allestimento erano stati destinati circa 350.000? compresi quelli della Fondazione). Goldin aveva, in qualche misura, delle ragioni per lamentare la distruzione di un allestimento piuttosto costoso. Ma mi sembra anche che la Sovrintendenza non chiedesse la distruzione dell’allestimento ma solo la sua rimozione e il non riutilizzo per altra mostra in Basilica Palladiana. Cosa questa che, vista la precedente controversia tra Sovrintendenza e Comune, mi pare del tutto ovvia e comprensibile. Ma, ripeto, non ho letto da alcuna parte una dichiarazione che ne ordinasse la distruzione, come appunto è avvenuto.

Mi pare anche che oltre la affermazione, molto chiara, di Variati circa il futuro destino dell’allestimento a vantaggio del Chiericati ve ne fosse una praticamente analoga da parte del Cda della Fondazione Roi. Come si sa l’allestimento è stato, invece, distrutto e con  ciò sono finiti in discarica anche i 50.000 euro donati a quello scopo dalla Fondazione.
Ora mi pongo alcuni interrogativi che sono i seguenti: se il CdA della Fondazione ha elargito del denaro a Linea D’Ombra, si può presumere che in qualche modo fosse stata data garanzia che l’allestimento sarebbe stato utilizzato, in futuro, dai Musei Civici. Evidente che, se tutto è finito in discarica, questo non potrà proprio avvenire.

Allora è stato il CdA della Fondazione a formulare una ipotesi giustificativa di un atto comuqnue contrario alla destinazione di quel denaro (personalmente è una ipotesi che non mi convince), oppure viene da chiedersi chi altro può aver dato una garanzia in questo senso?
E ancora, se il CdA è stato “ingannato”, chi mai l’avrebbe fatto avendo l’autorevolezza di rendersi credibile all’atto dell’accordo originario?

Ma se questo è avvenuto perché il CdA non ha espresso alcuna pubblica rimostranza dopo la distruzione dell’allestimento?

Analoghe domande potrebbero essere poste a carico anche di altri soggetti ma la mia speranza che qualcuno, adeguatamente titolato, faccia chiarezza su questo non piccolo, nuovo episodio, che ha sempre e ancora al centro la destinazione delle elargizioni della Roi, mi pare non abbia molta possibilità di essere soddisfatta.

Chissà che il sindaco Achille Variati non senta il dovere di farla lui?

Articolo precedenteLa rambla a campo Marzo, “un candidato” sindaco di Vicenza ci punta così: l’esercito usi il manganello, è criminale che i profughi a vent’anni non lavorino fino a sentenza…
Articolo successivoObbligo vaccinale: dati del monitoraggio sugli inadempienti in Veneto al 3 maggio 2018
Mario Giulianati
Nato a Thiene (Vicenza) il 21 aprile 1934 Residente in Vicenza - Piazzetta San Pietro n. 5 Già insegnante di educazione artistica presso le Scuole Medie della Città e della Provincia . Successivamente , in qualità di docente di ruolo, insegnante di Disegno Tecnico e Tecnologia delle Costruzioni presso l’Istituto Statale per Geometri “A. Canova” di Vicenza. Ricercatore presso l’Istituto Universitario di Venezia – Facoltà di Architettura - Dipartimento di Restauro dei Monumenti (coordinatore: prof. Romeo Ballardini). Attualmente in pensione- Organizzatore di rassegne d’arte e contitolare per un decennio della Galleria l’Incontro - alla Casetta del Palladio in Vicenza Già : * Consigliere Comunale dal 1970 al 1995; * Assessore alla Cultura di Vicenza dall’Aprile 1987 all’ottobre 1992; * Vice sindaco dal Maggio 1990 all’ottobre 1992. * Presidente della Istituzione pubblica “Biblioteca Civica Bertoliana” dal Marzo 1999, all’ottobre 2008 * Presidente della Fondazione “Vicenza Città Solidale”.Onlus * Presidente della Associazione Culturale “11 settembre” *Coordinatore Comitato Scientifico per le celebrazioni del 60° della Costituzione - fino al 150° della Unità d’Italia nel 2011- Prefettura di Vicenza - Decreto Prefetto dott. Mattei - Prot. 2007/4 Area Gab - * Per sei anni collaboratore della Fondazione Brodolini (emanazione del Ministero del Lavoro) di Roma occupandosi del rapporto tra il mondo del lavoro e le scuole professionali ad indirizzo artigianale - artistico. Ha scritto per varie testate