
ROMA (ITALPRESS) – Non è ancora ufficiale, ma è dato per certo che il Segretario della Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, non parteciperà, il prossimo 11 aprile a Bruxelles, al vertice dei 50 Paesi per coordinare il sostegno militare all’Ucraina.
Se così dovesse essere, sarà la prima volta che la coalizione si riunirà senza la partecipazione di un rappresentante di Washington. Infatti il Pentagono non prevedrebbe l’invio di alcun funzionario. A presiedere il vertice saranno Germania e Gran Bretagna.
Questa assenza è un segnale chiaro che testimonia la nuova postura degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina decisa da Trump e anticipata da Hegseth a febbraio, nel corso dell’ultimo vertice. In quell’occasione Hegseth aveva esortato i funzionari europei ad occuparsi più della difesa dei propri Paesi invece di affidarsi al sostegno che l’America ha garantito per 75 anni. Il Segretario Usa, sempre a febbraio, si era anche opposto all’adesione dell’Ucraina alla NATO.
Era stato il predecessore di Hegseth, Lloyd Austin, a fondare il Gruppo di sostegno a Kiev poco dopo l’invasione su larga scala della Russia nel 2022. Da allora, il gruppo ha contribuito a raccogliere e coordinare oltre 126 miliardi di dollari in aiuti alla sicurezza dell’Ucraina, di cui circa la metà provenienti dall’America.
Nei tre anni successivi, il gruppo è diventato sinonimo sia della base aerea di Ramstein, dove è stato fondato, sia della leadership statunitense. L’unica volta che Austin non ha partecipato a uno degli incontri di persona del gruppo è stato all’inizio del 2024, quando si stava riprendendo dalle complicazioni del trattamento del cancro. Ma in quella occasione aveva inviato Celeste Wallander, un alto funzionario del Pentagono.
A fine febbraio, dopo il controverso faccia a faccia tra Volodymyr Zelenskyy e Donald Trump allo Studio Ovale, gli Stati Uniti hanno interrotto lo scambio di informazioni con l’Ucraina e hanno sospeso le consegne di armi per una settimana. Il Pentagono avrebbe ancora una riserva di 3,85 miliardi di dollari da destinare all’invio di attrezzature militari all’Ucraina, dopodiché i rubinetti si chiuderebbero in quanto il Congresso ha dichiarato di non avere intenzione di approvare ulteriori stanziamenti.
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