Sostenibilità ambientale, Il Sole 24 Ore: “Gli indici delle Pmi per avere più accesso al credito”

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L’accesso al credito per le PMI italiane passa attraverso il cosiddetto dialogo di sostenibilità fra Pmi e Banche. Si tratta di un documento di 85 pagine ora in consultazione al Ministero dell’Economia e delle finanze contenete gli indicatori attraverso i quali saranno misurati i livelli di responsabilità ambientale, sociale e di governance delle imprese.

Linee guida, insomma, sulla sostenibilità delle aziende, sorte da un fitto dialogo avviato da tempo tra le parti in causa, banche e imprese, che in questa fase possono ancora incidere attraverso l’invio, entro il 2 agosto 2024, di proposte e suggerimenti.

Strumento di sensibile importanza, approfondito nell’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, in un articolo firmato da Gianni Trovati.

Il documento, frutto del lavoro del Tavolo per il coordinamento sulla finanza sostenibile presieduto da Stefano Cappiello (direttore generale al Mef della regolamentazione del sistema finanziario) e composto da ministeri di Economia, Ambiente e Imprese, Bankitalia, Consob, Ivass e Covip mette in fila 45 indicatori su cui si potrà fondare la «carta d’identità verde» delle aziende, articolati su cinque filoni che partendo da un’anagrafica con le informazioni generali guardano poi a «mitigazione e adattamento al cambiamento climatico», «ambiente», «società e forza lavoro» e «governance e condotta aziendale».

La sostenibilità, insomma, si declina nei classici termini ambientali ma anche nei meccanismi di funzionamento interno delle imprese, in un ambito di analisi che spazia dai consumi energetici e di acqua alle emissioni inquinanti, e non trascura gli investimenti per affrontare il «rischio fisico e di transizione connesso al cambiamento climatico», le coperture assicurative contro le calamità o le quantità di rifiuti pericolosi o radioattivi prodotti nell’anno.

Sul terreno della governance aziendale, l’attenzione è richiamata su temi come il divario retributivo medio fra dipendenti uomini e donne, il numero di casi di discriminazione sfociati in sanzioni o provvedimenti definitivi, il livello di tutele della sicurezza nei luoghi di lavoro, l’eventuale adozione di un Codice etico e così via. Il tutto in un’ottica di gradualità e proporzionalità, che prima di tutto distingue i 45 indicatori in due classi di priorità chiedendo alle microimprese di concentrarsi sui 17 parametri etichettati come «priorità 1», quindi più alta.

Il tema della transizione verde e delle azioni di sostenibilità è assai in voga sia nella politica che genera le norme sia nella finanza che spinge i comportamenti. Ma qui non è una questione di mode. Perché il dossier promette di essere parecchio concreto nella generalità degli operatori economici che intrecciano a diversi livelli le varie catene del valore”.

L’applicazione prossima di queste regole, secondo il quotidiano economico, avrà un forte impatto sulle scelte delle aziende, inizialmente quelle di grandi dimensioni, per poi estendersi alla generalità del mondo dell’impresa. La conseguenza futuribile è così tratteggiata da Trovati: “Chi si farà trovare pronto appare destinato, a parità delle altre condizioni, a ottenere un accesso più facile al credito, mentre gli altri rischiano di veder lievitare i costi del finanziamento e in prospettiva anche di andare incontro a forme di razionamento del credito”.

Fonte: Il Sole 24 Ore