Spese militari, per il loro aumento è bagarre nel governo Draghi con Conte (M5S) che lo vuole “graduare”

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Aumento spese militari, by Claudio Mellana
Aumento spese militari, by Claudio Mellana

L’aumento delle spese militari italiane continua a far discutere la maggioranza che sostiene il governo Draghi (fonte The Vision). Il tema è tornato di stretta attualità dopo l’approvazione alla Camera lo scorso 17 marzo del cosiddetto “decreto Ucraina”. Tra i punti del documento, approvato con una larga maggioranza bipartisan, si trova un emendamento per aumentare nei prossimi anni la spesa militare italiana fino al 2% del Pil, passando dagli attuali 25 miliardi di euro l’anno a circa 40 miliardi.

L’aumento della spesa per la difesa è una questione di lungo periodo per l’Italia e gran parte dei Paesi Nato, che già nel 2014 si erano impegnati a destinare entro il 2024 il 2% del loro prodotto interno lordo al comparto difesa, tradizionale e in ambito cyber e telematico.

Ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha incontrato Giuseppe Conte, appena riconfermato leader del M5S, per trattare su questo argomento. Nonostante l’appoggio dato in un primo momento durante la votazione alla Camera, il M5S ha poi messo in discussione l’aumento delle spese militari a partire dal 2024. In particolare, Conte si è detto contrario a un aumento delle spese così rapido, senza però mettere in discussione gli impegni presi nel 2014 con gli altri alleati della Nato. Per il leader del M5S va prevista una tabella di marcia meno impattante per le finanze pubbliche. Infatti, dal 2014 le spese per la difesa italiane sono aumentate gradualmente, fino ad arrivare all’attuale 1,5% del Pil nazionale.

La vignetta è di Claudio Mellana