È sempre più stimolante il prof. (come già scritto si tratta del prof. Raffaele Colombara, consigliere comunale di lungo corso). Leggo su VicenzaPiu.com una sua vibrante difesa della “spiaggetta” di San Biagio che però appare essere più un maldestro tentativo di incrinare la maggioranza con alcuni ingenui giochetti di parole piuttosto che una autentica difesa di quella che viene dipinta come una luogo ameno adatto a famigliole e a giovani che desiderano passare qualche ora in serena allegria. Un quadretto delizioso che, per quel che altri mi dicono, appare addirittura frutto di fantasia.
La ipotesi viabilistica dell’assessore Claudio Cicero può piacere o non piacere ma credo che prima di stroncarla con una polemica del tutto artificiosa si dovrebbe attendere che da una “ipotesi” diventasse almeno una proposta anche grafica con un minimo di relazione viabilistica della zona. Un consigliere comunale allora avrebbe gli strumenti per svolgere una critica ma farlo a priori, aggrappandosi a una frase, suona piuttosto come una personale necessità di sfogo che una razionale valutazione di un fatto reale.
Riporto alcuni brandelli dal testo del prof. “Grazie agli interventi di questi ultimi anni, in particolare grazie al lavoro dei gestori dell’Ultima Spiaggia, l’area è stata certamente migliorata, divenendo un luogo di attrazione e di incontro per i giovani della città, e non solo.“. Se non vado errato prima della venuta alla luce della spiaggetta mi sembra che lì fosse collocato il parcheggio per i consiglieri comunali. Quindi tanto degradata la zona non doveva essere, altrimenti l’allora sindaco sarebbe stato sepolto dalle interrogazioni dei signori consiglieri.
Ma il prof. insiste: “Rucco avrà il coraggio di dire no a Cicero, uomo politico di esperienza al quale non potrà raccontare la barzelletta delle pressioni che sta subendo, e bocciare così una sua proposta sostenuta e difesa con forza?“
E infine: “Ciò che è chiaro oggi è che il Sindaco, che sta giocando a nascondino, deve uscire e fare capire a tutti quale sia il suo pensiero e dunque la decisione così importante e delicata per il futuro di una importante area del centro della città.“.
Che sia chiaro quello che intende veramente fare il prof. mi pare proprio evidente. La difesa della “spiaggetta” non è altro che una scusa per attaccare il sindaco, oltre a Cicero, e farlo solo per apparire, per dimostrare che è un combattente, che ha la stoffa del leader. Che poi uno sia un leader positivo o negativo lo giudicheranno i futuri elettori. Ma la questione della “spiaggetta” ha un suo risvolto reale per la città. Quello di farne uno strumento ideologico. I “buoni” difendono questa iniziativa. I “cattivi” la combattono. Dalla dimensione ideologica (più somigliante a un ideologismo) cerchiamo di scendere alle cose reali. Mi pongo degli interrogativi augurandomi di riuscire ad avere delle risposte. Per il passato da chi ha concesso l’area per l’attività messa in opera. Per alcuni mesi da chi si è trovato ad essere obbligatoriamente referente del fatto compiuto. Mi chiedo con quali criteri, con quali limiti, a quali condizioni, è stata concesso l’utilizzo di una zona suggestiva, di un certo pregio ambientale e pure architettonico del Centro Storico, che comprende ad esempio Palazzo Stecchini Nussi e Palazzo Roi. E ancora se sono stati fatti dei controlli per verificare il rispetto, o meno, delle norme fissate dalla concessione. Quale tipo di arredo è stato convenuto fosse utilizzato oppure nessun limite alla fantasia, compreso l’utilizzo di baracche e servizi igienici chimici a vista, o altre quisquilie del genere? Si può ritenere che sia valido, oppure non applicabile in questo specifico caso, il regolamento sul pubblico decoro che il centro storico di una città d’arte e architettura, patrimonio Unesco, dovrebbe osservare? È cosa vera oppure no che sono stati fatti esposti in Comune da parte di residenti piuttosto preoccupati per la loro indispensabile quiete notturna messa a dura prova eppure c’è chi afferma che vi sarebbe l’obbligo di far si che la musica non disturbi la quiete degli abitanti la zona e che dovrebbe avere un volume di sottofondo? Leggo sul sito del Comune “per il centro storico vi sono prescrizioni particolari sull’arredo urbano da collocare negli spazi pubblici” e trattandosi di concessione è “obbligatorio” attendere il via della soprintendenza “in presenza di vincoli di tutela ambientale e monumentale determinati in base alle legge dice il regolamento che disciplina l’occupazione del suolo pubblico, con particolare riguardo a quanto previsto dal decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42, il richiedente deve ottenere il necessario preventivo nulla osta della Soprintendenza ai beni architettonici e ambientali” e mi chiedo se questo nulla osta sia stato rilasciato dalla competente soprintendenza e dalla commissione plateatico. Oppure se non sia stato nemmeno richiesto. Potrei insistere con altri interrogativi ma sarei già sufficientemente soddisfatto, indipendentemente dal tipo di risposte, se queste rappresentassero la verità. Perché, se così fosse, darebbero la possibilità di formulare una opinione corretta cosa non certamente possibile con l’esaltazione degli ideologismi.