Spiaggetta di San Biagio sì o no ma Luciano Parolin ci fa una lezione di storia di Vicenza

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Per il chiosco a San Biagio, se ne sono dette di tutti i colori sui siti di tanti “amatori” d’arte. Ma che non hanno nessun risvolto storico per la città. A cominciare da spiaggetta, per finire con l’ansa naturale del Bacchiglione, terminologia non corrispondente al vero e di nessun uso comune, valido per la Toponomastica, vedi Livelon beach. Quella non è una spiaggia (con sabbia riportata) naturale, non è nemmeno un’ansa del Fiume Bacchiglione. E’ invece un Bacino idraulico opera umana quindi artificiale, costruito nel 1854 da alcuni privati, per poter utilizzare l’acqua del Bacchiglione e far funzionare i numerosi molini con la forza dell’acqua.

Spiaggetta di Ponte Pusterla S. Biagio Uno dei molini (molino Roan) nel 1916, dopo referendum, fu acquisito dal Comune col sindaco Licinio Muzani, per la macinazione “pubblica” del grano. Altro luogo la Stradella dei Munari. La parte utilizzata dai concessionari del posteggio di Piazza San Biagio era utilizzata dai “munari“, i mugnai, per carico scarico grano-farina e ancora per le numerose lavandaie professioniste. Il tutto fu comunque opera dei privati.

Il tutto è documentato da una lapide marmorea murata sull’argine destro del Bacchiglione, da me pulita, fotografata e allegata che riporta i nomi dei finanziatori dell’impresa. Pubblicata sul mio libro Giornali di Pietra 2011 nel 150°dell’Unità d’Italia.

Luciano Parolin