Gaeta: Torre Scissura e la spiaggia dell’Arenauta, tra le prime ad aprirsi al naturismo

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Spiaggia dell'Arenauta e Torre Scissura sullo sfondo
Spiaggia dell'Arenauta e Torre Scissura sullo sfondo. Credits: terranudista.

Uomo e natura hanno sempre avuto un legame ambivalente: a volte a base di prevaricazione, altre di ricerca spasmodica di una simbiosi persino irrealistica ed eccessiva. In qualche punto di questa lunga “scala” c’è anche il nudismo – o meglio, naturismo – che, in alcuni luoghi pubblici, può essere condiviso da tutti quelli che credono in questo tipo di espressione libera del corpo, lontana da tanti “vincoli” percepiti come artifici non necessari. Uno di questi è la grande duna a sud della spiaggia dell’Arenauta, a Gaeta.

Come natura crea – Invisibile dalla strada litoranea perché nascosta da una roccia scoscesa, la spiaggia dell’Arenauta è incastonata in una posizione piuttosto inaccessibile che si è rivelata anche la sua fortuna: mentre le coste tutto intorno subivano interventi sempre più invasivi a base di cemento ed edificazioni di vario genere, qui si è conservata più che altrove una fiera selvaticità.

Oggi è raggiungibile via auto: si parcheggia lungo la litoranea che collega Sperlonga a Gaeta, in corrispondenza di alcuni alberghi in località Torre S.Agostino, e si percorrono delle rampe private, una scalinata di 300 gradini che le ha dato, infatti, il suo secondo nome (la spiaggia dei 300 gradini); il passaggio si paga ai proprietari, ma si tratta di un contributo di pochi euro. Un tempo, però, questo piccolo angolo di paradiso dove la sabbia è fine e bianca e l’acqua è sempre limpida non era alla portata di tutti, poiché si trovava alla fine di un percorso fatto di sentieri davvero molto impervi (itinerario naturale ancora oggi accessibile dalla SR213). Ed è proprio per questo che, già dagli anni ’70, è diventato meta dei nudisti, che qui ritrovavano tutta la discrezione e la pace di cui avevano bisogno.

Grazie alla costa rocciosa, la spiaggia è sempre protetta non solo dalla vista, ma anche dal vento, per cui il clima è sempre ideale: l’apertura delle strade di collegamento ha sicuramente reso questo arenile più frequentato rispetto al passato (siamo a nord-ovest dell’abitato di Gaeta), ma va specificato che la parte naturista è completamente separata dal resto.

La spiaggia dell’Arenauta, infatti, ha un’estensione notevole che, comunemente, viene suddivisa in “frazioni” che prendono i nomi dei lidi che vi si affacciano. La frequentazione nudo-naturista avviene nella grande duna (lunga un centinaio di metri) che si trova nella porzione sud, nel punto in cui la parete rocciosa che le fa da sfondo rientra, formando un’ansa. Una tradizione che dura da oltre trent’anni e che si è perfettamente integrata all’interno del contesto. Nonostante la fruizione nudista non sia mai stata, in effetti, esplicitamente autorizzata, è pacificamente riconosciuta non solo dalla popolazione locale, ma anche dalla Pro Loco Gaeta, oltre che “sotto l’ala” dell’associazione Uni Lazio (Unione Naturisti Lazio) e del Comitato per la difesa dell’Arenauta, di cui fa parte anche il presidente dell’Assocazione Naturisti Italiani (Ass.Na.It).

L’unico evento spiacevole recentemente segnalato è avvenuto nel 2012: sono stati riportati episodi di intolleranza verso i nudisti che hanno portato alla formulazione di un’interrogazione parlamentare. Da allora, la parte naturista della spiaggia è presidiata dalle associazioni Uni Campania e Certi Diritti in concerto con il Comitato per la difesa della Spiaggia dell’Arenauta.

“Sabbia alta” – Ma da dove arriva il nome “Arenauta”? Qualunque associazione mentale che potremmo fare sarebbe sbagliata. Deriva, infatti, dal dialetto locale: “arena auta“, cioè “sabbia alta”, con un riferimento non al carattere dunale del litorale, ma all’accumulo della sabbia sotto un terrapieno presente in loco.

Secondo un’altra versione, però, c’entrerebbe l’aereo abbattuto proprio sui cieli di questa spiaggia durante la Seconda Guerra Mondiale: giace ancora lì, inabissato a circa ottanta metri dal bagnasciuga.

Elicriso
Elicriso. Credits: giardinaggio.it.

Una vegetazione particolare – Per godersi la pace e l’atmosfera quasi tropicale che la spiaggia dell’Arenauta è in grado di offrire, sicuramente può essere un’ottima idea frequentarla in bassa stagione, quando non è assaltata dalla calca estiva. L’occasione perfetta per immergersi in uno scenario molto suggestivo, dove la macchia mediterranea si fonde alla roccia e, talvolta, si possono scorgere anche dei rametti di Elicriso.

Torre Scissura – Nella parte iniziale della spiaggia, dove c’è l’area più attrezzata, lo skyline è dominato da Torre Scissura, uno dei tanti elementi del sistema difensivo costiero della zona voluto dal Regno di Napoli per contrastare le incursioni saracene. Come le “sorelle”, anche questa torre si trova su una propagine rocciosa, in modo da essere esposta fuori costa per poter comunicare verso l’interno attraverso segnali di fumo o di luce.

Torre Scissura
Torre Scissura. Credits: yoursailor.

Di forma cilindrica e di un colore grigio mattone, la Torre Scissura ha alle sue spalle una delle tante (bellissime) ville del litorale. Svetta sulla cima che divide la spiaggia dell’Arenauta da quella dell’Ariana e, ai suoi piedi, vede aprirsi una piccolissima baietta, simile a un breve fiordo, dove la fauna marina è particolarmente interessante e peculiare, tra pesci di fondo (come la temibile tracina ragno), corvine, re di triglie e occhiate. Non manca la cicaletta, il crostaceo più comune e famoso della costa gaetana di Ponente.

Non stupisce, perciò, che il sea watching sia una delle tante pratiche che qui trovano regolarmente posto, anche grazie ai fondali bassi e chiari che permettono un’esplorazione agevole e suggestiva; anche notturna.