Il suo nome, molto eloquente di per sé, direbbe da solo già tutto. Dal vivo però, come si suol dire, “è tutta un’altra cosa”. Parliamo della Spiaggia di Punta dell’Acquabella a Ortona, in provincia di Chieti, un tratto di mare tanto puro e incontaminato da valergli il titolo di Riserva Naturale.
La spiaggetta è stretta da un lato dalla roccia che poggia su di lei, dall’altro dal Mare Adriatico, che in questo punto appare limpido, cristallino. Dall’alto assume un colore turchese intenso che si mimetizza con quello del cielo, mentre dal bagnasciuga appare chiaro e trasparente, tanto che i ciottoli che ricoprono la spiaggia sono ben visibili anche nel fondo delle acque più basse.
La Costa dei Trabocchi
Quanto alla presenza umana, queste coste furono a lungo approdo per i pirati turchi nel XVI secolo. Nella riserva è possibile visitare la Torre del Moro, una delle tante torri costiere di avvistamento (come la Torre del Cerrano in provincia di Teramo).
La spiaggia di Punta dell’Acquabella si inserisce in quel tratto di costa adriatica conosciuta come “Costa dei Trabocchi”. Il trabocco (o trabucco) è un’installazione su palafitte, solitamente in legno, che si raggiunge attraverso un lungo pontile. Per secoli è stato, per i locali, la macchina da pesca prediletta, al punto da diventare un vero e proprio simbolo del territorio.
Il Borgo di Punta dell’Acquabella
Il legame a doppio filo dell’uomo con il mare e con la pesca è ovviamente scontato. Fino agli anni ’70, a pochi metri dalla caletta, sorgeva un vivace borgo di pescatori, conosciuto come Borgo dell’Acquabella. Il paesino è spopolato da diversi anni, ma i cittadini di Ortona da tempo lottano per una sua riqualificazione. L’idea è di completare la cosiddetta “Via Verde”, una pista ciclopedonale che permette ai visitatori di godere della bellezza della natura nel pieno rispetto di quest’ultima, nel più ampio progetto di un percorso che già in molti tratti costeggia il litorale adriatico abruzzese. Tuttavia, come spesso accade, ci si trova a lottare per la difesa del patrimonio naturale e storico, minacciato dalle speculazioni che vorrebbero una ricostruzione e riconversione a tappeto per il turismo di massa.