Tra i suoi tanti effetti, in maggioranza purtroppo negativi, la pandemia ha portato ad una “digitalizzazione di massa”, tra cui lo Spid, che sarebbe ugualmente avvenuta ma in tempi molto più lunghi – afferma nella che pubblichiamo Anna D’Antuono, legale, consulente dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. L’essere costretti in casa ha accelerato le grandi e piccole “transizioni digitali” di aziende e cittadini.
Tra le principali conseguenze si registra l’abnorme numero di attivazioni di credenziali Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, ossia un’identità digitale che consente di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti.
Basti pensare che durante il primo lockdown, quello di marzo-aprile 2020, sono state attivate quasi un milione di identità digitali tramite Spid.
Il principale gestore di identità Spid, per motivi di notorietà del marchio e soprattutto presenza capillare sul territorio, è Poste Italiane.
Per ottenere lo Spid presso le Poste è possibile fare tutto allo sportello oppure online, in questo caso eventualmente facendosi poi identificare allo sportello. Ed è su questo ultimo aspetto che abbiamo appreso una cattiva notizia: l’identificazione presso gli sportelli di Poste Italiane, fino a poco tempo fa gratuita, è divenuta a pagamento con una tariffa di dodici euro.
Non è obbligatorio farsi identificare allo sportello. Le Poste, infatti, lo consentono in varie modalità.
SMS su cellulare certificato associato ad un prodotto Bancoposta o Postepay
Lettore Bancoposta e carta Postamat
Carta d’Identità Elettronica con PIN
Carta d’Identità Elettronica senza PIN
Carta Nazionale dei Servizi attiva con PIN
Passaporto Elettronico
Bonifico da un conto corrente a te intestato
Firma Digitale
Identificazione presso uno sportello pubblico
Tutti questi metodi presentano difficoltà per chi non è cliente BancoPosta come pure a chi non possiede o non sa usare un computer, un tablet o uno smartphone. E’ possibile l’identificazione presso uno sportello pubblico, dove però occorre la marca da bollo di sedici euro oltre al pagamento dei diritti di segreteria.
La conseguenza di tutto ciò, per una persona poco pratica con le odierne tecnologie e che non ha modo di farsi aiutare, è l’essere costretta a pagare dodici euro in agenzia postale.
Esistono altri gestori di identità Spid, ma specie nei piccoli centri è complicato, ed a volte impossibile, avvalersene.
La decisione di Poste Italiane, seppur legittima, appare un modo per raggranellare un po’ di incassi facendo leva sul pubblico meno evoluto e molto spesso anziano. Non propriamente il massimo dell’etica.
Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc