Sport, ippica: i principali ippodromi del Veneto

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Ippica (foto Mathew Schwartz, Unsplash)
Ippica (foto Mathew Schwartz, Unsplash)

Molto popolare nell’antica Grecia, nell’antica Roma e nell’impero bizantino, l’ippica veniva considerata un vero e proprio sport delle Olimpiadi Antiche, al termine delle quali, anziché l’auriga, veniva premiato direttamente il proprietario del cavallo, che molto spesso era un tiranno.

L’ippica moderna si è sviluppata in particolar modo in Inghilterra, ma ancora oggi in Italia, seppur non come prima, viene particolarmente seguita. In questo senso, essendo una disciplina che mette a confronto vari concorrenti, parliamo di una vera e propria attrattiva anche per molti appassionati che si cimentano nelle scommesse sulle gare di ippica. Una regione italiana nella quale questo sport assume un’importanza più rilevante rispetto ad altre è il Veneto, nel quale troviamo diversi impianti sportivi dedicati all’ippica piuttosto importanti. Un esempio pratico è sicuramente l’Ippodromo Vincenzo Stefano Breda, il principale impianto per le corse al trotto di Padova. Esso si trova nella frazione di Ponte di Brenta, precisamente alla periferia orientale della città. La storia di Padova è prettamente legata all’ippica, tanto che nel 1808 proprio lì si tenne la primissima riunione di corso al trotto nel nostro Paese.

Successivamente, nel corso del XIX secolo, Padova ottenne un particolare riconoscimento: venne eletta come capitale internazionale del cavallo sportivo. L’ippodromo, costruito nel 1901, è stato considerato per anni l’impianto più importante d’Italia sotto questo punto di vista. La seconda guerra mondiale e una devastante tromba d’aria colpirono in pieno la struttura, che nel 1940 cominciò a decadere. Grazie all’intervento dell’imprenditore Ivone Grassetto, qualche anno dopo l’impianto venne restaurato e inaugurato nuovamente il 1° maggio 1962. A portare alla chiusura dell’Ippodromo nel 2011 furono la grave crisi che colpì il settore ippico e un clamoroso scandalo che coinvolse la Fondazione Breda. A riaprire la struttura nel 2013 furono i grandi appassionati di ippica padovani, i lavoratori e le autorità locali.

La ripresa delle corse, momentaneamente spostate in’un altra area della regione nell’Ippodromo Sant’Artemio di Treviso, ripresero il 20 settembre dello stesso anno. L’impianto si trova nella zona settentrionale della città ed occupa un’area di ben 181mila metri quadrati: 5mila destinati al pubblico, circa 24mila alla pista del trotto in sabbia, 40mila a quella del galoppo, 13mila alle scuderie, 40mila destinate a diversi utilizzi e altri 5mila alle piste di allenamento. La particolarità è che il pubblico ha la possibilità di seguire le gare anche attraverso trenta monitor, inoltre l’ippodromo è dotato di 8 cancelli, fotofinish e due autostarts.

A disposizione del pubblico ci sono tribune e parterre, che possono accogliere più o meno 10mila persone con 700 posti a sedere nella struttura centrale e altri 300 posti circa nelle due piccole tribune laterali. I servizi dell’ippodromo vengono completati da un ristorante panoramico che si trova all’ultimo piano della tribuna centrale con una disponibilità di 200 coperti, da un parcheggio interno in grado di far entrare circa 700 vetture e due bar: uno al piano terra ed un altro in zona scuderie. Il settore scuderie è formato da circa 230 box e comprende 15 sellerie, 10 magazzini, 2 mascalcie, il servizio veterinario e i box di isolamento.