Oramai in maniera ciclica, l’Italia ed i BTP ricadono sotto il “fuoco incrociato” delle decisioni della BCE e di investitori vari, le cui determinazioni lasciano letteralmente “con il fiato sospeso” il nostro Paese, con particolari risvolti in materia di politiche imprenditoriali, economiche, monetarie e finanche sociali – afferma nel comunicato che pubblichiamo Walter Mauriello, presidente di di Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr).
Ed allora sorge spontanea la domanda: come mai non si pone rimedio a questa debolezza strutturale del nostro Paese?
Siamo ora sotto copertura dello scudo della BCE, che, attraverso il piano pandemico per 70 miliardi di euro ed il quantitative easing per altri 30 miliardi di euro, provvede al periodico acquisto dei nostri titoli di Stato, creando fiducia nei mercati e favorendo una stabilità di Governo.
Ma sorprende, e non poco, come in TV e tra i dibattiti politici non vi sia un confronto propositivo per la gestione del nostro debito pubblico, che per la sua enorme consistenza e la conseguente fragilità si trova ad essere il costante “tallone d’Achille” delle strategie politiche, presenti e future.
Qualsiasi debito, seppur appartenente ad uno Stato, rappresenta una tematica a “gestione necessaria” e prioritaria, la cui soluzione consente di liberarsi dal potere condizionante delle decisioni creditorie prese in altri luoghi e da altri soggetti.
Sarebbe dunque auspicabile, soprattutto in questa fase in cui l’autorevolezza internazionale del nostro Premier garantisce maggiori canali di dialogo con i vari players esteri, organizzare un piano di ristrutturazione del debito pubblico, da condividere con i creditori e pubblicizzare nei mercati finanziari.
Non è possibile che l’Italia continui ad essere considerata l’anello più debole delle scelte finanziarie europee, nonostante segga stabilmente al tavolo del G20, senza che vi sia una seria ed efficiente politica di gestione del debito pubblico.
Non dimentichiamo che la copertura garantita dalla BCE scadrà a marzo 2022 e l’Italia è l’unico Paese, tra quelli più fragili, ad avere un contratto Future efficace sui titoli di Stato, con la conseguenza che in caso di rischio gli investitori cederanno i propri assets come primo atto di copertura dal rischio di rialzo dei tassi nel Sud Europa.
Meritocrazia Italia auspica una decisa presa di posizione del Governo e delle forze politiche per definire un piano di riorganizzazione e ristrutturazione del debito pubblico che possa evitare future speculazioni, riportando la nostra Nazione nel guado della instabilità finanziaria, con il serio rischio di bloccare l’opera di rilancio imprenditoriale e sociale che con sacrificio costante il popolo italiano sta realizzando.