Mentre la questione della SPV è al vaglio della Corte Dei Conti, colpiscono il silenzio assordante della Regione Veneto e l’oscuramento del rischio di disastro finanziario pari a due volte il MOSE ed al crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Con nota del 23 marzo la Corte dei Conti ha invitato”… le amministrazioni interessate ad ottemperare all’obbligo di comunicare… entro il termine di 30 giorni… l’adozione dei provvedimenti motivata qualora si ritenga di non ottemperare ai rilievi della Corte ed entro il termine di sei mesi… le misure adottate in esito alle osservazioni contenute nella relazione…” Il 23 aprile u.s. sono scaduti i trenta giorni dati per rispondere alle criticità sollevate.
Tutto tace e cresce il rischio che ogni anno a partire dal 2020 sino al 2059 la Regione dovrà riconoscere un canone alla Concessionaria per complessivi 12,1 miliardi di euro a fronte di introiti che secondo la Cassa Depositi e Prestiti e la BEI saranno poco più della metà di quanto posto a base del “piano industriale”
Ogni anno sarà certo all’inizio, per poi crescere, il canone di 150 milioni contro la previsione autorevole che prevede entrate di 80 milioni…
Ogni anno un neonato veneto rischia di trovare nella culla, regalo di questa classe dirigente Regionale, un debito di 2.500 euro!
Franco Conte
Presidente Codacons Veneto