Spv, Struttura di Progetto replica a un quotidiano veneto: “rendimento concessionario inferiore a quello di Autostrade”

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La Giunta Regionale del Veneto rende nota una puntualizzazione della Direzione della Struttura di Progetto della Superstrada Pedemontana Veneta sul rendimento per il concessionario 

Soltanto un?affrettata lettura del Terzo Atto Convenzionale e una scarsa conoscenza e approfondimento dei meccanismi regolatori e di concessione, possono aver indotto oggi (4 settembre ndr) un quotidiano veneto a una serie di valutazioni del tutto astratte e fortemente inesatte sul ?rendimento? per il concessionario della Superstrada Pedemontana Veneta


Rendimento che non è al 33%, come scritto, ma si colloca a livello assai inferiore a quello di Autostrade, per una serie di banali ed evidenti motivazioni che sarebbe stato facile approfondire: esso è pari infatti all?8,89 per cento come TIR (Tasso Interno Rendimento) di progetto e pari al 12,95 per cento come TIR dell?equity.

In particolare l?investimento netto per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta è pari al costo per le opere, 2,258 Miliardi di Euro, cui devono aggiungersi l?IVA ed gli oneri finanziari durante la costruzione e varie riserve obbligatorie. L?investimento complessivo ammonta a circa 3,2 Miliardi di Euro. Tale fabbisogno finanziario è erogato in parte attraverso il contributo pubblico in conto costruzione ed in parte attraverso il finanziamento che fa il privato.

Nel particolare il privato di Pedemontana Veneta mette a disposizione le seguenti risorse:

  • Equity:  ? 430.000.000

  • Fin. Mezzanino: ? 350.000.000 (? 250.000.000 nel PEF contrattuale)

  • Fin. Senior: ? 1.221.000.000 (? 1.150.000.000 nel PEF contrattuale)

  • Fin. Iva: ? 290.000.000 (? 300.000.000 nel PEF contrattuale)

  • TOTALE: 2.291.000.000 (?2.130.000.000 nel PEF contrattuale)

Tale importo viene restituito e remunerato attraverso la gestione della infrastruttura. Cosa significa? Che ogni anno di gestione produce della cassa, che è data dai Ricavi (ossia l?incasso del canone di disponibilità), a cui sono sottratti i costi di gestione (le manutenzioni e la gestione vera e propria), le imposte ecc. Per tale ragione non hanno significato i commenti fatti sulla marginalità operativa. Tale importo è quello che serve per restituire e remunerare l?investimento.

La cassa netta che si produce deve essere in grado di restituire e remunerare il capitale complessivo investito. Fra gli allegati al PEF pubblicato, pag. 9 della relazione, è presente una tabella denominata ?Analisi del TIR di progetto?, dove vengono esplicitati tutti i flussi di cassa netti che il progetto assorbe e restituisce. Da tali dati è semplice verificare che il tasso di sconto che rende il Valore Attuale dei flussi pari a zero (il che significa che a quel tasso i flussi investiti eguagliano i flussi ricavati) è pari al 8,89%. Ciò significa che non è corretto agire come prospettato dalla analisi pubblicata da un giornale oggi, ossia di calcolare una media aritmetica degli utili ed utilizzare tale parametro per calcolare la redditività. Questo in quanto è fondamentale la distribuzione nel tempo dei flussi finanziari.

10 euro non hanno infatti oggi lo stesso valore di 10 euro che avranno fra quaranta anni. Per tale ragione si calcola il Valore Attuale, ossia si sconta ogni flusso ad un tasso di attualizzazione che rende omogenei dal punto di vista temporale tali flussi. La somma dei flussi attualizzati (positivi e negativi inteso come negativi gli investimenti e positivi le remunerazioni e restituzioni), dà il valore attuale ad un prestabilito tasso di sconto. Il tasso di sconto che rende il valore attuale pari a zero, ossia che rende uguali gli investimenti e le restituzioni e remunerazioni, è anche detto TIR ossia Tasso Interno di Rendimento.

Tale tasso è perfettamente in linea con il mercato, basti pensare che per i periodi di investimento di cui si parla, ad oggi, un investimento in BTP rende più del 3,5%, e pertanto uno spread di circa 5 punti a fronte dei rischi di costruzione, gestione, di reperimento delle risorse finanziarie è abbastanza esiguo.

Quanto alle singole redditività delle componenti di finanza messe a disposizione del privato, ricordando che la struttura finanziaria è a carico del privato che ha il diritto/dovere di ottimizzarla come meglio crede in base alle regole del mercato, le tecniche di finanza di progetto fanno sì che sia possibile utilizzare lo strumento della leva finanziaria. Anche questo cosa significa? Significa che il totale del fabbisogno finanziario, che complessivamente ?rende? l?8,89%, viene suddiviso in diverse categorie di rischio, alle quali viene di conseguenza associato un corrispondente tasso di remunerazione. In questo modo è possibile accedere ai mercati finanziari ed ottenere le risorse necessarie. Nel particolare le categorie di rischio sono le seguenti:

  • il Finanziamento IVA assume il rischio di rimborso da parte dell?erario del credito IVA, e pertanto viene remunerato ad un tasso del 3,5%, mantenendo in capo alla società (e quindi alla remunerazione dell?equity) i rischi di mancato o ritardato rimborso;

  • il finanziamento Senior, che finanzia il progetto scaricandone tutti i rischi sulla parte Equity (rischio costruzione, gestione ecc) e che quindi viene remunerato ad un tasso ridotto del 5% (più alto del precedente in quanto non è un rischio Stato puro);

  • l?equity che assume tutti i rischi ed incamera la redditività residua del progetto. Il rendimento effettivo dell?investimento, TIR equity, per Pedemontana è pari al 12,95%. Il dato si ricava facilmente dalla tabella di pag. 10 della relazione al piano economico finanziario, regolarmente asseverato secondo le regole vigenti, e allegato alla lettera B del Terzo Atto Convenzionale pubblicato dalla Regione dopo la sua firma. Ma questa non è comunque la percentuale intascata dagli azionisti poiché, rispettando il codice civile, si possono dividere somme che siano utili effettivi, e quindi vanno confrontate con il conto economico, e deve poi essere detratta la riserva statutaria, pari al 20% del capitale sociale. Tale redditività, pari a circa l?11,6% (calcolata quindi sui dividendi presunti), è un dato assolutamente variabile ed influenzato da tutti i rischi connessi all?operazione. Esempio: se viene applicata una penale e quindi ridotto il canone di disponibilità, le altre fonti di finanziamento non subiscono variazioni e continuano a percepire gli stessi rendimenti, la differenza è tutta scaricata sulla redditività dell?equity. Idem un ritardo nella erogazione del canone da parte del concedente non consente una pari traslazione degli impegni con i finanziatori senior o iva, ma tale rischio è coperto in prima istanza dall?equity e quindi dalla sua remunerazione.

In aggiunta, l?andamento del rendimento effettivo dell?investimento, la cui tabella esplicativa – si è detto – è allegata alla convenzione pubblicata dal maggio 2017 sul sito della Regione, non è omogeneo nei 39 anni, e visto il periodo piuttosto lungo, 39 anni appunto, questo non è indifferente. Infatti si va da utili di 50/60 mil di euro nei primi anni di messa in esercizio della Pedemontana, e si arriva oltre i 140 mil di euro, denunciati da alcuni, solamente dal 2044 in poi. Se si considera il testato e sacrosanto concetto fondamentale che un euro oggi non ha il medesimo valore tra 39 anni, durata della concessione, si comprende facilmente che è necessario introdurre il concetto di attualizzazione. Proprio per il 2044 i 136 mil di euro stimati qualora attualizzati valgono 1,8 mil di euro.

Il presente comunicato verrà inviato all?Autorità nazionale anticorruzione, alla Corte dei Conti e all?Avvocatura di Stato.