Il presidente del Consiglio Comunale con Delega a salute e benessere Massimiliano Zaramella, durante la seduta odierna del consiglio di Vicenza, ha affrontato il tema della prevenzione del tumore al seno, dato che questa settimana si concluderà l’ottobre rosa, la campagna internazionale di sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al seno, appuntamento che ogni anno coinvolge milioni di persone.
Nel fare il bilancio di quanto accaduto durante il mese della prevenzione all’ombra dei Berici, ha ricordato che numerose sono state le iniziative in città, che hanno coinvolto sia l’Amministrazione comunale, sia l’Aulss8 Berica sia le numerose associazioni di volontariato che si occupano di prevenzione, salute e benessere.
Nel suo intervento più che di numeri e di terapie, Zaramella ha voluto parlare di “momenti”, proprio per sottolineare il fatto che i dati sul tumore al seno non sono solo statistiche da considerare nell’insieme per valutare lo stato dell’arte. Ogni numero, ogni persona malata è una vita, una storia, una famiglia. «I dati – ha detto – vanno umanizzati e calati nella vita delle persone, sono momenti che valgono non solo per i malati di tumore al seno ma per tutti i malati e per tutti i loro familiari».
I momenti su cui si è focalizzata l’attenzione di Zaramella sono stati la prevenzione, in cui si svolge attività informativa sugli stili di vita corretti e sui controlli da svolgere; la presa in cura, in cui i malati, ma anche i loro familiari, vengono accompagnati in un percorso di diagnosi, di terapia e di follow-up; la normalizzazione, il momento in cui la persona non deve più essere identificata con la sua malattia, in cui il malato ed i suoi familiari possono proseguire la loro vita o iniziarne una nuova, in cui si deve fare cadere lo stigma della malattia, in cui non deve esserci spazio per la vergogna o la percezione della diversità sociale.
«Questo, ha aggiunto Zaramella, è il momento di cui meno si parla ma è forse il momento più difficile, il momento in cui è più facile sentirsi soli e senza “terapia”». Ben vengano quindi tutte le iniziative che riportano i pazienti all’interno della vita sociale e della normalità, che restituiscono momenti di felicità e di sorrisi condivisi.
Tutte le iniziative che lavorano in questo senso sono utili ha concluso Zaramella: «Bene gli ambulatori/laboratori di autotrucco per i pazienti oncologici, bene la bicicletta e le tante attività sportive, bene la danza, bene l’educazione alimentare in ambulatori dedicati, bene la musica come cura e, permettetemi, bene la legge italiana del 2023 sull’oblio oncologico, prima in Europa, che è molto più di una legge sulla privacy, è una legge che sancisce il diritto a ritornare a vivere, eliminando la vergognosa ghettizzazione e solitudine dei malati oncologici e delle loro famiglie».