Se qualcuno aveva dubbi sul regime dittatoriale bielorusso, ora se li può togliere.
Cosa fa un regime tirannico quando è al potere? Imprigiona gli avversari politici. Così è successo ieri con la condanna a 18 anni di carcere di Sergei Tikhanovsky, che è il marito della candidata alle scorse presidenziali Sviatlana Tsikhanouskaya, rifugiata all’estero per non essere arrestata. Attualmente, nelle carceri bielorusse ci sono 900 prigionieri politici.
Ovviamente, alle elezioni presidenziali dello scorso anno ha “vinto” Aljaksandr Lukashenka, al potere dal 27 anni, che si è autoproclamato trionfatore. Da rilevare che Lukashenka è alleato dell’attuale presidente russo Vladimir Putin, al potere da 22 anni, che imprigiona gli avversari politici come Alexei Navalny – afferma nel comunicato che pubblichiamo Primo Mastrantoni dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.
L’UE ha già iniziato a rispondere, applicando sanzioni a gerarchi e imprese bielorusse, ma ha maggiori possibilità di intervento utilizzando dazi e limitando le importazioni dalla Bielorussia, che quest’anno sono cresciute del 58% rispetto allo scorso anno. Una spallata economica metterebbe in serie difficoltà Lukhascenka.
Perché ci occupiamo della Bielorussia, chiedono alcuni? Perché tutti i regimi dittatoriali provocano tragedie, in patria e all’estero, e in quell’estero c’è l’Unione europea e, quindi, l’Italia. Una tragedia che il nostro Paese ha già vissuto e non vorremmo rivivere.