Ci si chiede, scrive nella nota che pubblichiamo Primo Mastrantoni, segretario Aduc (altre note Aduc su ViPiu.it, ndr), perché il premier ungherese, Viktor Orban, ha progressivamente alzato il livello di tensione verso l’Ue.
La risposta è semplice: i soldi.
Orban ha un disperato bisogno di fondi in vista delle elezioni del prossimo anno. Mentre l’attenzione dei media si focalizzava sulla legge anti comunità arcobaleno, il premier firmava accordi per oltre 5 miliardi di euro con imprese cinesi e per la costruzione del primo campus universitario in Europa finanziato con 1,3 miliardi cinesi. Fondi che non hanno i controlli di quelli comunitari. Infatti, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha collocato l’Ungheria al primo posto, tra i 27 paesi comunitari, per irregolarità fiscali. In cambio dei finanziamenti cinesi, Orban si è astenuto dal sottoscrivere le dichiarazioni dell’Ue contro la repressione a Hong Kong e agli Uiguri, una etnia perseguitata dalle autorità cinesi.
Dunque, bando alle illusioni, a Orban non interessa la comunità arcobaleno, ma agita leggi e referendum in funzione antieuropea e procinese.
Però, oltre che furbi, occorre essere politicamente intelligenti e capire la trappola del debito cinese: se non restituisci il prestito si prende l’opera. L’esempio dell’ Africa e, più da vicino, del Montenegro, dovrebbe insegnare qualcosa: Pechino detiene un quarto del debito montenegrino e ora reclama la proprietà delle opere costruite con fondi cinesi. Più chiaro di così!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc