Stati Uniti d’Europa. Afghanistan e Italia, Aduc: “La necessità di un esercito europeo”

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Cosa c’entra l’Afghanistan con l’Italia, se non per la presenza ventennale delle nostre truppe? E, ancora, che ci facevamo in Afghanistan? Eravamo in quel Paese orientale per esportare la democrazia, come leggiamo e sentiamo? No – afferma nel comunicato che pubbliichiamo Primo Mastrantoni, segretario Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr), eravamo lì per la nostra sicurezza dopo l’attentato alle Torri gemelle di New York, perché minacciare la vita dei civili nei Paesi occidentali era un modus operandi di gruppi terroristici, uno per tutti Al Quaeda, che aveva fatto dell’Afghanistan una base per il proprio supporto logistico e operativo.

Ricordiamo che, a tutt’oggi, in Afghanistan operano ben 18 gruppi terroristici e che l’islamismo radicale ha compito attentati in Spagna (stazione ferroviaria di Madrid, con 191 morti e 2000 feriti, nel 2004), in Francia (Parigi, Nizza e altre), in Germania (Berlino, Hanau), Regno Unito (Londra, Manchester), ecc. Ritenere che l’Italia ne possa essere esente è una illusione.

Ci interessa, ancora, l’Afghanistan? Facciamo qualche esempio.
Ci sono i profughi afghani la cui emigrazione incontrollata riguarda l’Italia e i Paesi europei; c’è il mercato della droga afghano che rappresenta circa il 90% dell’offerta globale di oppiacei illegali; ci sono le miniere di “terre rare”, il cui utilizzo è necessario per i programmi di transizione energetica programmata dall’Italia e dalla Ue, ecc.
Insomma, l’Afghanistan è fisicamente lontano ma è vicino, e in contrasto, politicamente, economicamente, socialmente e culturalmente.
Il ritiro americano dimostra la dipendenza nostra e dell’Europa dalla politica estera e di sicurezza di un Paese alleato come gli USA.
Dobbiamo elaborare un progetto di autonomia strategica europea, decisione che va supportata da una politica estera comune all’Ue e da una propria capacità militare, ovvero da una forza armata europea. E’ inevitabile. Ne va della sicurezza e degli interessi economici dell’Italia e degli altri Paesi europei ai quali siamo strettamente connessi.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc