Ci mancava quest’ultimo atto della Polonia: il disconoscimento della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo (CEDU) – si legge nel comunicato che pubblichiamo a firma di Primo Mastrantoni dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) . Il Tribunale costituzionale polacco, infarcito di giudici governativi, ha dichiarato incompatibile con l’ordinamento polacco un articolo della CEDU che stabilisce il diritto a un processo equo che implica il diritto dell’imputato di assistere al suo processo per poter partecipare effettivamente alla conduzione del caso.
La Polonia si pone, così, fuori dallo Stato di diritto che caratterizza le democrazie.
La CEDU è un organo giurisdizionale internazionale, riconosciuto da 47 Stati e non fa parte della Unione europea. Gli Stati firmatari della Convenzione si sono impegnati a dare esecuzione alle decisioni della Corte, ora disattese dalla Polonia.
La Polonia si avvia a uscire dall’ambito dei Paesi democratici per entrare in quello degli autocratici.
Il Passo successivo, che auspichiamo, è quello della uscita della Polonia dalla Unione europea. Nel frattempo, occorre, annullare i contributi comunitari, sia i 36 miliardi del Recovery, sia i 120 dei fondi strutturali.
Primo Mastrantoni, Aduc