Storia complessa e drammatica quella della Polonia – scrive nella nota che pubblichiamo Primo Mastrantoni di Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Dopo essere stata invasa e spartita da Germania e Unione sovietica, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), si ricostituì come repubblica alla fine del conflitto, ma sotto controllo sovietico.
Riacquistò l’autonomia nel 1989 e nel 2004 entrò nella Unione europea, accettandone il Trattato istitutivo, che all’art. 2 sancisce: L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”.
La Corte di Giustizia europea, dopo i solleciti del luglio scorso, ha condannato la Polonia per violazione dello Stato di diritto, infliggendole una multa da 1 milione di euro al giorno.
La Rete europea dei Consigli di giustizia (Encj) ha espulso il Consiglio nazionale della magistratura polacca, ritenendo che non salvaguardi più l’indipendenza della magistratura, non la difenda e non essendo più un garante mette in pericolo la stessa attività dei giudici.
Non si comprende come il governo polacco si ostini a non applicare i principi sottoscritti ben 17 anni fa. E’ il nazionalismo che ha portato alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, della quale la Polonia è stata vittima. L’identità polacca non è in discussione, mentre lo è l’autonomismo illegittimo, inconcludente e pericoloso, rivendicato dall’attuale governo polacco, evidentemente per problemi interni. Insomma, è la vecchia logica degli Stati che hanno problemi interni e che individuano un pericolo esterno, peraltro inesistente. Il premier polacco ha addirittura paventato la Terza Guerra Mondiale!
La Polonia è stata sempre un beneficiario netto dei fondi europei, il che le ha consentito un notevole progresso, soprattutto in campo agricolo. Ora, il governo polacco viola apertamente il Trattato europeo ma pretende di continuare ad essere il beneficiario dei fondi comunitari, cioè degli altri Stati. Come ricorda Donald Tusk, capo della opposizione polacca: “In politica la stupidità è causa delle più gravi disgrazie.”
E’ bene per tutti che la Polonia attivi l’articolo 50 del Trattato: l’uscita dalla Ue.
Primo Mastrantoni, Aduc