Stefano Casali (Giorgia Meloni-Fratelli d’Italia) in Consiglio Regione Veneto, prende il posto di Daniele Polato

385
Stefano Casali

Stefano Casali, veronese, è subentrato in Consiglio regionale nel gruppo Fratelli d’Italia, a seguito delle dimissioni del consigliere Daniele Polato, pervenute il 30 luglio 2024, poiché eletto al Parlamento Europeo.

Il primo dei non eletti nella lista provinciale di Giorgia Meloni-Fratelli d’Italia, già in passato ha rivestito il ruolo di consigliere regionale ed è inoltre ex presidente di Agsm-Aim.

La surroga è stata votata all’unanimità questa mattina dall’assemblea consiliare.

Il saluto del presidente Roberto Ciambetti e l’applauso dell’aula hanno dato il benvenuto al rientro di Stefano Casali, già consigliere regionale nella precedente legislatura, eletto nel 2015 nella Lista Tosi per il Veneto e passato poi, poco prima della fine della legislatura, al gruppo dei Fratelli d’Italia. Nel 2020, ha guidato per qualche mese la commissione consiliari Attività produttive.

Stefano Casali ha ringraziato i colleghi, la Giunta e i dipendenti del Consiglio, promettendo massimo impegno per i mesi rimanenti di questa legislatura a collaborare per una politica regionale a servizio dei cittadini.

Daniele Polato, nel corso della seduta di ieri, ha salutato dopo quasi quattro anni il Consiglio veneto. “Ognuna delle sette splendide province ha le proprie richieste, necessità e peculiarità: il merito della rappresentanza politica sta nel lavoro e nella risposta immediata che ha permesso di conseguire provvedimenti essenziali, risposte in termini di servizi eccellenti, migliorabili sicuramente, sul podio delle regioni d’Italia”.

Sui suoi guai giudiziari ha detto: “Ho superato umiliazioni e ingiustizie politiche: risuonano ancora nella mia memoria parole come“…non può fare l’assessore un condannato…, …non può stare nell’ufficio di presidenza un vicepresidente condannato… Ricordo come fossi stato dichiarato decaduto sul sito del Consiglio prima ancora del processo in Cassazione e la relativa sentenza di annullamento dell’infamante condanna. A differenza di altri non ho mai arretrato rispetto alla convinzione di onestà politica e mai scelto vie più facili e convenienti come un eventuale patteggiamento”.