Stipendi del personale sanitario, Bigon e Camani (Gruppo PD Veneto): “50 milioni non sono riconoscenza ma un piccolissimo passo avanti”

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Stipendi del personale sanitario
Stipendi del personale sanitario

“Zaia parla di atto di riconoscenza nei confronti del personale sanitario, ma la realtà è che quei 52 milioni di euro di aumento triennale per gli stipendi del personale sanitario, approvati recentemente dal Consiglio regionale, rappresentano solo un minimo progresso. Più che enfasi, servirebbero azioni concrete e più significative”. Questo è il commento delle consigliere regionali del Partito Democratico, Anna Maria Bigon e Vanessa Camani, in merito al recente stanziamento di fondi per il personale sanitario in Veneto.

Consigliere regionali del Partito Democratico, Anna Maria Bigon e Vanessa Camani
Consigliere regionali del Partito Democratico, Anna Maria Bigon e Vanessa Camani

Le due consigliere mettono in evidenza come la vera riconoscenza consista nell’aumentare gli stipendi del personale sanitario della sanità pubblica regionale, portandoli almeno al livello della media italiana o, meglio ancora, europea. Secondo Bigon e Camani, la spesa per il personale nella sanità veneta è una delle più basse del Paese, e i fondi stanziati, se provenienti dal Fondo Sanitario, rischiano di non risolvere il problema, ma di aggravarlo. Infatti, attingere a queste risorse senza un’iniezione di finanziamenti aggiuntivi comporterebbe una riduzione delle nuove assunzioni, già insufficienti, con il personale dipendente del Veneto che si attesta a 13,1 ogni 1.000 abitanti, posizionandosi solo a metà classifica tra le regioni italiane (dati del 7° rapporto Gimbe sul SSN).

Le consiglieri denunciano anche le conseguenze sul carico di lavoro del personale, sottolineando come la carenza di assunzioni si traduca in turni sempre più pesanti e nella riduzione delle ferie, con un impatto negativo sul benessere degli operatori sanitari. Per loro, il vero passo avanti sarebbe un incremento degli investimenti per il personale dipendente pubblico, pari al 10% della spesa regionale del 2023, ovvero un aumento di 320 milioni di euro.

“Il contesto nazionale – aggiungono – non lascia molte speranze: i futuri incrementi del Fondo Sanitario Nazionale saranno assorbiti dai rinnovi contrattuali già scaduti, lasciando poco spazio per un piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri e per l’abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario”. Da qui la necessità, secondo le consigliere PD, di un maggiore impegno da parte del Veneto per difendere e garantire un servizio sanitario pubblico efficiente.

Il Gruppo PD del Consiglio regionale del Veneto conclude sottolineando che solo con interventi decisi e strutturali si potrà garantire una sanità pubblica di qualità, adeguata alle necessità dei cittadini e rispettosa del lavoro di chi opera nel settore.