Dopo i confronti nati sul tema di una diversa retribuzione dei docenti in base a valutazioni sul merito, anche la recente proposta del ministro dell’Istruzione e del merito di differenziare gli stipendi degli insegnanti su base territoriale in relazione al diverso costo della vita fa discutere.
Giuseppe Valditara, salvo poi fare una sorta di marcia indietro basata, però, su dei “distinguo” a seguito di una forte contrarietà di sindacati e opposizioni in Parlamento, aveva dichiarato ijn occasione della sua partecipazionje all’evento Italia 2023: persone, lavoro, imprese di PricewaterhouseCoopers e Gruppo Gedi: “La scuola ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle si potrebbe aprire ai finanziamenti privati“.
Su ViPiu.it abbiamo già riportato delle posizioni tra cui quella favorevole del CNDDU (Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani) che rileva come “i docenti fuorisede, in particolare quelli che operano nelle regioni del centro – nord, devono fronteggiare un costo della vita più alto in tutti i contesti, motivo per cui contemplare un’integrazione in funzione di tale realtà dei fatti sarebbe rispettoso di tutti gli enormi sacrifici che comporta una vita logorata da difficoltà logistiche ed affettive…“.
Ma di parere sostanzialmente diverso è Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia che ci dice: “Dopo la riforma del 2008, che ha tagliato 10 miliardi di finanziamenti pubblici all’educazione e alla ricerca, crea non poco sgomento la ventilata possibilità di aumentare le privatizzazioni per ridurre la spesa pubblica eliminando la voce ‘istruzione e ricerca’ dai vincoli di Maastricht“.
“Remunerare, tramite ventilati finanziamenti privati, gli stipendi dei docenti creando fasce di retribuzione differente – aggiunge Mauriello – rischia di penalizzare gli enormi sforzi di quelli che operano in contesti difficili. Se al Nord si registra un costo della vita più alto, al Meridione i servizi erogati sono minimi e l’assenza di servizi è un costo nascosto da considerare. Il pericolo è anche quello di amplificare il divario educativo, di competenze e di opportunità, proprio in quei contesti nei quali la scuola rappresenta il principale baluardo della democrazia, creando autonomie regionali differenziate e istituti di serie A e di serie B, accentuando il gap tra Nord e Sud, centro e periferia, grandi e piccoli centri e assecondano la tendenza del Paese a viaggiare a velocità differenti“.
Mauriello, che è un noto avvocato di Avellino, non si ferma alle considerazioni socio-politiche ma, riferendosi ai principi sanciti dalla Costituzione agli articoli 33, 34, 116 e 117, afferma che “il percorso intrapreso nella direzione di un’autonomia regionale differenziata in materia di istruzione stride con quei principi nella misura in cui ripropone un’ulteriore frammentazione degli interventi, indebolendo l’unità del Paese senza garantire la tutela dei diritti di tutti i cittadini“.
Se “sulla formazione, sulla cultura, sull’istruzione Meritocrazia Italia non può accettare scommesse” per il suo presidente, che recentemente ha “festeggiato” il superamento di 9.000 iscritti, la base che attivamente e volontariamente genera col suo impegno centinaia di migliaia di contatti con i simpatizzanti sui vari social, “l’istruzione pubblica e il merito sono i capisaldi della lotta alle iniquità sociali e il primo strumento di supporto dei più bisognosi. Si lavori piuttosto per garantire uguaglianza nell’acceso ai servizi di crescita e riscatto sociale e individuale, in ogni area del Paese“.
Insomma la via che indica Meritocrazia Italia è quella di abbandonare logiche divisive a favore di misure a beneficio di tutti i docenti per valorizzare e riconoscere l’indiscutibile rilevanza sociale della loro funzione.
Rimodulando costruttivamente la proposta di Valditara per gli stipendi “differenziati” e “privati” lo slogan di Walter Mauriello nella sua piazza, non tanto, virtuale potrebbe essere così sintetizzato: “Remunerazione dignitosa, rimborso spese e trasferte, buoni pasto,…“.