Stop centro commerciale al castello del Catajo, Lorenzoni: “ora regole per aperture medie strutture vendita alimentari”

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Catajo stop centro commerciale
Catajo stop centro commerciale

“Scongiurato una volta per tutte il centro commerciale di Due Carrare, che con oltre 150mila metri quadrati di superficie sarebbe stato uno dei più estesi di tutto il Veneto, presenteremo un progetto di legge regionale finalizzato a mettere dei paletti rispetto alla realizzazione di nuove strutture di vendita alimentari fino ai 1.500 metri quadrati”. Lo annuncia in un comunicato il portavoce dell’opposizione in consiglio regionale veneto, Arturo Lorenzoni. La proposta di legge alla quale stanno lavorando tutti i rappresentanti delle opposizioni a palazzo Ferro-Fini prevede che le strutture commerciali della media distribuzione siano inserite nella pianificazione urbanistica del Comune di riferimento, con una contestuale verifica dell’impatto ambientale. “Non per porre dei divieti o appesantire l’iter burocratico in modo insensato – spiega lo speaker della coalizione di centrosinistra – ma per contemperare l’apertura dei supermercati col fine ultimo del benessere integrale dei cittadini. Oggi, invece, basta che il privato presenti una semplice Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al Comune interessato per avviare una struttura di vendita fino a 1500 metri quadrati. Solo nella zona fra Due Carrare e Maserà, in un raggio di tre chilometri, negli ultimi mesi sono sorti due market da 1.500 metri quadrati ciascuno. Assistiamo ad un moltiplicarsi innaturale di queste iniziative, grazie alla forza finanziaria dei gruppi della grande distribuzione organizzata. Tuttavia, è evidente che molto presto parte di esse andranno in crisi poiché non raggiungeranno il fatturato necessario a tenerle in vita”.

Per Lorenzoni e colleghi il Veneto da qui ai prossimi anni, rischia di finire cosparso di aree commerciali relativamente nuove e inutilizzate. “Ridurre la superficie massima di vendita libera dagli attuali 1.500 metri quadrati ad 800 metri quadrati, ad esempio, come in Trentino Alto Adige, è una scelta compatibile con le norme di liberalizzazione europee e maggiormente coerente con il modello del commercio di vicinato – sostiene il docente universitario padovano – Questa diminuzione andrebbe nella direzione di “città maggiormente a misura d’uomo, un obiettivo che peraltro inseguiamo nell’urbanistica moderna. Ecco perché, assieme ai colleghi dell’opposizione in Consiglio Regionale stiamo lavorando ad un progetto di legge che regolamenti meglio lo strategico settore del commercio”.