Questo per tutelare il patrimonio UNESCO. Un centro per ricchi insomma, per pochi. Chi abita in centro se vorrà acquistare prodotti più economici deve andare altrove. Questa è la Vicenza vista dalla destra: una facciata patinata di ipocrisia che nasconde il disimpegno a voler creare un centro culturalmente attrattivo, un luogo di scambio, una città che sia in grado di offrire occasioni e iniziative che guardino al futuro. Scelte che indicano l’incapacità di risolvere i problemi denunciati dagli abitanti come il degrado sociale e ambientale. Noi crediamo che le soluzioni da prendere siano altre. Non si risolve il problema dello spaccio abbattendo un muretto, non basta utilizzare le forze dell’ordine per multare gli homeless. Non è precludendo la possibilità di offrire ai cittadini una più vasta scelta di prodotti che si rende il centro attrattivo. Un’amministrazione degna di una città come Vicenza dovrebbe essere all’altezza di analizzare e orientare le sue azioni verso una reale e concreta volontà di ridurre la marginalità sociale. Servono progetti importanti e coraggiosi di accoglienza, formazione, collaborazione pubblico-privato coinvolgendo associazioni e volontariato.
movimento civico e popolare
L’articolo Stop nuovi negozi a Vicenza, Coltro e Cunegato a Giovine: “regolamento inutile. Il sociale non è una spesa, ma un investimento” proviene da Parlaveneto.