Andrea Pinaroli, consigliere Comunale di opposizione per la lista “Noi di Gallio e le sue contrade” interviene in un comunicato sulla strada che collega Gallio alle Melette.
“MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLA VIABILITA’ COMUNALE CON CONSOLIDAMENTO E MESSA IN SICUREZZA INCLUSE OPERE DI PARAVALANGHE PROPEDEUTICHE AGLI ESBOSCHI DI SCHIANTI A SEGUITO DI “TEMPESTA VAIA” – VALLE DI CAMPOMULO STRADA “STUBA”. IMPORTO DI PROGETTO € 1.500.000,00
Responsabile Unico del Procedimento Arch. Fabiola Brazzale – Area Tecnica del Comune di Gallio
Direttore dei lavori Ing. Michele Paganin
REGIONE DEL VENETO
OPERA DI DIFESA DALLE VALANGHE SITO “GALLIO/MELETTE 3”
IMPORTO DEL PROGETTO € 1.105.236,74
“I titoli di cui sopra – scrive Pinaroli – sono una sintesi di quanto contenuto nei due tabelloni installati lungo la strada “Stuba” che lungo la Valle di Campomulo collega il centro di Gallio alle Melette. Sabato 7 agosto 2021 verso le 17,30 del pomeriggio con la mia bici fresca di tagliando decidevo di affrontare la temibile salita della “Stuba” nonostante stesse cadendo una forte pioggia. Ho sempre pensato che questa salita fosse stata la naturale conclusione della 20 esima tappa del “100 °Giro d’Italia” svoltosi qui nel maggio 2017 perché la salita che porta alle Melette è davvero impegnativa specialmente dopo 200 km di gara e sarebbe stata in grado di riscrivere la storia del quel giro. Iniziata la salita in Via F.Tura subito dopo le ultime case sulla destra noto il primo tabellone e sono attirato dalla cifra importo del progetto € 1.500.000,00 e dalla parola “valanghe” che da quanto so qui in questi luoghi fortunatamente non si sono mai verificate. Proseguo lungo la strada e dopo circa 800 metri affronto la prima curva sinistrorsa da sempre pericolosa tanto per chi scende quanto per chi sale in quanto completamente priva di visibilità e dove la carreggiata è appena sufficiente a contenere il passaggio di due autovetture. In questo punto non c’è nemmeno l’ausilio di uno specchio. Questo che avrebbe dovuto essere il primo intervento da fare con allargamento a monte della strada non è stato fatto”.
“Procedo di buon passo lungo la salita dove in successione si trovano tre curve due a destra e una a sinistra e dove a monte a ridosso di lievi scarpate è stata stesa della rete paravalanghe. Oddio, ben venga l’intervento che non era comunque a mio avviso cosi impostante in quel punto non essendovi di fatto un reale pericolo considerata la lieve pendenza del terreno a monte. Poco più avanti in un tratto rettilineo posto a circa 500 metri dal bivio di Malga Spill la carreggiata non solo è molto stretta ma la mura a secco posta a monte mostra un evidente “spanciamento” e qui sarebbe stato necessario allargare la carreggiata in un tratto dove due autobus incrociandosi dovrebbero darsi strada. Infatti in questo tratto l’incrocio tra due autobus è impossibile. In questo tratto poi i pali di alcuni servizi insistono direttamente sulla carreggiata e dunque sono molto pericolosi e soggetti ad essere divelti prima o poi. Spero che qualcuno non abbia pensato di allargare a valle con dei micropali perché questo sarebbe una pura follia. Certo che trovarci in futuro con le strutture delle Melette e di Campomulo operanti a pieno regime e trovarci con una carreggiata del genere i problemi di viabilità saranno notevoli. Continuo la salita e fino al bivio con Malga Spill la carreggiata è molto ampia mentre nelle curve successive inizia l’area di cantiere dove vicino ad una ventina di rotoloni di rete metallica trovo il secondo cartello qui sopra indicato con importo lavori stimato in € 1.105.236,74.
Dopo due curve mi immetto nel lungo vialone che porta senza possibilità di respirare fino all’inizio dell’ ex seggiovia del “Salto degli Alpini” e mentre penso ancora a come sarebbe stato qui il finale della 20 esima tappa del “100 °Giro d’Italia” noto che sulla sinistra non esistono più quei cento metri di muraglione in cemento, che ricordo essere ancora integro e che costituiva di per sé una efficace barriera di sostegno. Molte persone che mi hanno avvicinato ultimamente hanno considerato scellerata la scelta di demolire un muro del genere fatto a suo tempo con i soldi dei cittadini di Gallio e la cui demolizione e frantumazione sarà costata una cifra folle. Sarebbe stato più logico smussare le estremità del muraglione, ma lasciarlo al suo posto o semplicemente scavare all’interno dello stesso per garantire il contenimento di eventuali massi. Il Guard-rail che si estende lungo la valle è in condizioni pietose ed in alcuni tratti non è più alto di 40 cm., in altri addirittura inesistente.
Mentre continuavo la salita notavo adagiate al suolo delle strutture metalliche. Sono dei pali alti più di quattro metri che verranno infissi al suolo e sui quali verrà stesa una rete a protezione dei massi. Quali massi mi chiedo. Di cosa stiamo parlando? L’opera mi appare subito sproporzionata in relazione alle reali condizioni di pericolosità della zona e alcuni operatori che nei giorni successivi erano presenti sul posto e con cui ho scambiato due parole hanno convenuto con me sull’inutilità dell’intervento. Ora che l’enorme numero di pali è stato infisso al suolo, speriamo senza creare potenziali situazioni di dissesto ci si rende ancor più conto di quanto esagerato e abnorme sia stato questo intervento.
Poi da metà salita “della Stuba” si arriva in prossimità del salto degli Alpini dove noto dei lavori di cui non capisco quasi nulla. Nei giorni successivi alzatomi di buon mattino ho parlato con degli operai che mi hanno spiegato che tali interventi sono delle opere antivalanghive. Incredibile mi chiedo!!!. Ma dove sono le valanghe qui? Anche l’operaio con cui ho parlato riconosce che tali opere siano abbastanza inutili. La specie di muraglia che si intravede e che col tempo verrà mitigata e integrata nell’ambiente è fatta da “Volotomi” una specie di barriera costituita da una struttura scheletrica in ferro e riempiti poi con dei salsicciotti in fibra tessile e poi compressi con la terra. Tali strutture sono doppie, una esterna e una interna e alla fine si produrrà un fossato profondo 3 metri. Con tali “Volotomi” verranno costitute due barriere, una di 350 metri a destra della Valle e un’altra di 500 mt a sinistra. Una spesa esorbitante sono convinto.
Arrivato fino a Campomuletto rientro a casa e comincio a fare le mie considerazioni:
“Gli interventi sono due distinti, di paramassi e paravalanghe quando qui da noi non si sono mai verificate ne frane ne valanghe. Parliamo di € 2.600.000 e cioè 5 miliardi delle vecchie lire. Di fatto la strada “della Stuba” con gli interventi realizzati è rimasta la stessa di prima e permangono tutte le precedenti criticità. E’ stato demolito un muraglione in cemento armato lungo oltre 100 metri perfettamente integro e realizzato a suo tempo con i soldi dei cittadini di Gallio. Forse sarebbe stato sufficiente scavare un canale interno per contenere l’eventuale caduta massi. Non è stato utilizzato lo stesso criterio di demolizione per lo spanciamento della mura a secco nel tratto più stretto della strada. Troppo difficile trattare con i privati forse? Troppo facile intervenire solo sul pubblico e non intaccare le proprietà private!!!. Si tratta di interventi in gran parte spropositati e inutili e bisogna avere il coraggio di affermare come pensano in molti che in questo caso sono stati sperperati dei soldi pubblici, soldi di tutti che avrebbero potuto esser impiegati meglio. Con gli stessi soldi si sarebbe potuto fare una superstrada o investire risorse per la stazione di pompaggio d’acqua per garantire la neve programmata al comprensorio sciistico delle Melette. La Responsabile unica del procedimento è responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Gallio. Ebbene perché il Comune non può intervenire sui progetti di Regione e Provincia per dire la sua per migliorare i progetti, per evitare questi sprechi? Cosi facendo ci troviamo tra le mani cose inutili o addirittura dannose come accaduto per la rotatoria. Il Comune non può alzare le mani additando le colpe alla Regione o alla Provincia, quando per mano dei suoi tecnici è un attore principale del progetto stesso.
L’Amministrazione di Gallio mette il cappello su opere finanziate da altri enti senza tuttavia incidere e dire una parola autorevole in merito ad una più efficace, incisiva e aderente utilità dei progetti al territorio stesso”.
“In conclusione posso affermare, sentiti anche i pareri di addetti ai lavori che le opere messe in campo con questi interventi sono spropositate e non del tutto necessarie e ricondurle ad opere propedeutiche per gli esboschi di schianti in seguito a “tempesta Vaja” sembra davvero un’esagerazione e diciamolo francamente una cosa che non sta né in cielo né in terra. Inoltre – conclude Pinaroli – ad una prima valutazione quanto messo in campo sembra inequivocabilmente uno sperpero di denaro pubblico che allo stesso tempo lascia inalterate le problematiche inerenti la strada stessa”.