Nel leggere la rassegna stampa di oggi – scrive nella nota che pubblichiamo Ciro Asproso (consigliere comunale di Coalizione Civica per Vicenza) – due articoli in particolare, hanno attirato la nostra attenzione: uno riguarda il Rapporto sul clima riferito alla Regione Veneto, mentre l’altro riporta la posizione dell’Amministrazione comunale di Vicenza in merito alla strada di collegamento con la caserma Del Din.
Si dirà che non vi è alcuna relazione tra le due notizie di stampa, ma questo solo se ci si limita alla mera apparenza, in realtà di elementi in comune ve ne sono moltissimi e, fra tutti, spicca la necessità di attuare azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico e ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente circostante.
In verità, non occorre essere scienziati per rilevare i profondi mutamenti che hanno interessato la nostra regione negli ultimi 30 anni, ma giova senz’altro ricordare il contenuto del rapporto IPCC (Foro scientifico dell’ONU), il quale registra un aumento medio delle temperature di quasi 2 gradi nella pianura veneta, un incremento delle precipitazioni medie del 15% e l’innalzamento del mare in laguna di ben 31 cm, tutto questo, mentre il ghiacciaio della Marmolada è destinato a scomparire nel giro di una quindicina d’anni.
Insomma, l’aumento della concentrazione di gas serra e la persistente impermeabilizzazione del suolo condizionano in maniera irreversibile il nostro clima e sono la causa di fenomeni metereologici sempre più estremi, come le ondate di calore, i periodi di siccità intervallati da intense precipitazioni, o le tempeste devastatrici sull’esempio di Vaia.
Per troppi anni la politica si è limitata a fare “spallucce”, indifferente al grido di allarme proveniente dalla comunità scientifica e dalle associazioni ambientaliste, ma solo dei pericolosi irresponsabili possono pensare di continuare su questa china. Il nostro modello di sviluppo, basato sul consumo di suolo e sul primato dell’automobile non solo è insostenibile, ma va radicalmente rivisto anche alla luce delle mutate esigenze sociali. Per questo troviamo irragionevole l’atteggiamento del Comune di Vicenza che ostenta indifferenza di fronte alla richiesta del MIBAC di sospendere la realizzazione della bretella di collegamento tra la Statale Pasubio e la base Del Din.
Fin dai primi anni ’90, grazie allo Studio sul traffico della dott.ssa Vittadini, fu palese l’impossibilità di procedere con la chiusura a nord della tangenziale di Vicenza, tant’è che già allora si parlava di grande U e della necessità di scoraggiare il traffico di attraversamento mediante i parcheggi scambiatori e l’implementazione del trasporto pubblico. Purtroppo, 30 anni di distanza non siamo ancora in grado di pensare a soluzioni diverse dal trasporto su gomma.
Come recita la motivazione del provvedimento UNESCO: “Il paesaggio è una realtà in divenire. Affinché la sua trasformazione abbia carattere positivo e non regressivo, questa deve essere ispirata e orientata da giusti principi. Favorire progetti sostenibili, contrastare il consumo di suolo, valorizzare i paesaggi e le loro storiche vocazioni …”
I nostri amministratori possono anche decidere di rinunciare al riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità”, ma nessuno che non sia in palese malafede, può ancora immaginare che il futuro si raggiunga con nuove arterie stradali.
Per questo invitiamo il Sindaco a confrontarsi pubblicamente, su questo ed altri temi, inerenti lo sviluppo e il reale progresso della città.