Strade Sicure in Veneto: “Non togliere i militari dalle strade a presidio delle nostre città, anzi potenziarne la presenza”. Questo l’appello che la maggioranza del Consiglio regionale del Veneto ha rivolto al nuovo Governo.
Oggi è stata approvata, con soli 3 voti contrari e un astenuto, la mozione che invita a dare continuità all’operazione Strade Sicure. Il testo è stato presentato dai consiglieri leghisti Marco Dolfin, Milena Cecchetto, Giulio Centenaro, dal presidente dell’aula Roberto Ciambetti e dal vicepresidente Nicola Finco.
Avviata nel 2008, l’operazione è arrivata a impegnare fino a 7.800 uomini e donne dell’Esercito nella sorveglianza quotidiana dei punti più sensibili dei centri urbani. Dopo un lungo dibattito che ha portato ad alcuni ritocchi al testo in esame, l’assemblea legislativa del Veneto chiede al Governo di potenziare organizzazione e operatività l’operatività di Strade Sicure e gli organici delle forze dell’ordine.
“La sicurezza ci riguarda tutti e non ha colore politico”, ha commentato soddisfatto Dolfin, primo firmatario. A nome di Fratelli d’Italia il consigliere veronese Daniele Polato ha fatto introdurre la richiesta di garantire una più ampia copertura territoriale da parte delle pattuglie in mimetica, non solo nei capoluoghi ma anche nelle località turistiche e nei centri minori, da organizzare d’intesa con i Comitati locali per l’ordine e la pubblica sicurezza.
Giuseppe Pan (capogruppo Liga veneta per Salvini premier), pur riconoscendo la validità dell’operazione e condividendo l’appello regionale, ha invitato a distinguere tra compiti dell’esercito e quelli propri delle forze di polizia: “Sarebbe meglio potenziare con nuovi organici le forze dell’ordine, piuttosto che sottrarre figure formate e qualificate alle Forze Armate, che hanno compiti di difesa e non di ordine pubblico”.
Enoch Soranzo (FdI) ha precisato che l’operazione ‘Strade Sicure’ persegue il “pattugliamento sistemico” del territorio, mediante l’affiancamento delle camionette e dei militari dell’esercito al presidio territoriale svolto dalle forze dell’ordine. “Il ricorso all’Esercito – ha sostenuto – si è reso necessario a seguito della spending review che ha spolpato gli organici e i bilanci delle forze di pubblica sicurezza”.
I rappresentanti delle opposizioni hanno puntato – con le loro critiche – ad ottenere che dal Consiglio regionale parta una richiesta di rafforzare gli organici ordinari delle forze di polizia. Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) ha citato una recente indagine dell’Università Cattolica di Milano, secondo la quale in Italia operano 453 unità delle forze dell’ordine ogni 100 mila abitanti, la percentuale più alta d’Europa. “Per giunta – ha incalzato – non c’è proporzione tra quanto speso per Strade Sicure e i corpi di polizia locale: dal 2008 al 2016 lo Stato italiano ha speso 358 milioni di euro, a fronte dei 25 destinati alle polizie locali. La vera esigenza – ha affermato – non è avere più addetti all’ordine pubblico, ma coordinare meglio le diverse forze presenti nel territorio”.
Contraria al potenziamento dei militari nelle strade Cristina Guarda (Europa Verde): “Strade Sicure assicura presenze puramente simboliche, non si può delegare la sicurezza sociale ai militari dell’esercito”.
Contrario anche il dem Jonatan Montanariello: “Meglio investire nelle polizie locali, che non supplire ai loro vuoti d’organico con le forze dell’esercito. I consiglieri di FdI dovrebbero sollecitare il loro ministro a Roma, invece che impegnarsi a correggere le mozioni della Lega”-
Di avviso simile anche Vanessa Camani (Pd) che ha ricordato che “Strade Sicure nasce per affrontare grandi emergenze come terrorismo, terra dei Fuochi, Expo 2015 e Giubileo. Se l’obiettivo è contrastare la micro criminalità, chiediamo piuttosto di potenziare gli organici di polizia locale, polizia di Stato e carabinieri”.
Per Arturo Lorenzoni, portavoce delle opposizioni, “la sicurezza percepita cala drammaticamente quando c’è l’esercito in strada. Per rassicurare i cittadini servono soluzioni diverse rispetto a Strade Sicure”.