Strappo IEG tra Rimini e Vicenza, Lorenzo Cagnoni lunedì 9 incontra Achille Variati. Rimini 2.0: gli dirà che non si sente di certo pronto per i giardinetti…

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“Gli azionisti di controllo hanno tutto il diritto di pensare alle questioni dell’agenda, più che a problemi di cortesia istituzionale”. Il presidente di Italian Exhibition Group (IEG), Lorenzo Cagnoni, nega divergenze con Vicenza, lunedì 9 aprile avrà un incontro, “ma era già previsto“, col sindaco di Vicenza Achille Variati e rilascia un’intervista a Rimini 2.0: “La logica di una azienda non è quella di pensare di andare alla unitarietà assembleare con l’ultimo socio”. E aggiunge: “Il mercato non ci perdonerebbe la scelta di presentarci al percorso della quotazione in Borsa con un CdA in scadenza” (nella foto Cagnoni parla com Marzotto mentre Facco guarda.. l’obiettivo, ndr).

“Mi pare che si stia ricamando su scaramucce datate, quelle di inizio gennaio, cercando di costruire una teoria attorno a dissidi attuali che francamente sono invenzioni, a meno che …”

A meno che?

“Non escano fuori quando si tratterà di fare delle scelte, ma al momento l’unica scelta è semplicemente quella di evitare un errore madornale…”.

Così il presidente di IEG, Lorenzo Cagnoni, interpellato da Riminiduepuntozero sulla nuova tempesta che sembra scuotere l’alleanza fra Rimini e Vicenza.

Presidente, quale sarebbe l’errore madornale?
Quello di andare all’operazione della quotazione in Borsa con un consiglio di amministrazione in “via di estinzione”, che si preparerebbe a cessare la propria attività, il mercato non ce lo perdonerebbe. Per questo motivo abbiamo fatto un ragionamento molto freddo e lucido: al percorso della quotazione in Borsa ci si presenta con un consiglio rinnovato, nella pienezza delle sue funzioni e con una stabilità di durata che dia garanzie al mercato, questa è la logica delle dimissioni annunciate ieri e del rinnovo del CdA che avverrà alla fine di aprile.

Messa così però è un po’ troppo semplice: le dimissioni hanno riguardato solo la compagine riminese e dall’esterno hanno avuto tutta l’aria di un blitz.
Le dimissioni non potevamo certo rassegnarle alle soglie della operazione di quotazione, cioè in autunno. Gli azionisti riminesi – Comune, Camera di commercio e Provincia – sono gli azionisti di controllo, ed hanno tutto il diritto di pensare alle questioni dell’agenda, più che a problemi di cortesia istituzionale nei confronti di qualche socio di minoranza. E’ semplicemente una logica aziendale. Io ho avvertito gli altri consiglieri di quello che sarebbe successo di li a breve, per metterli al corrente, poi gli altri consiglieri dentro la procedura ci staranno con un loro comportamento, che se vorranno potrà essere di fiancheggiamento di questa soluzione, se invece vorrà essere di altro tipo, saranno naturalmente liberi di farlo.

Anche da quello che ha appena detto si deduce una intesa claudicante coi vicentini...
La logica di una azienda non è quella di pensare di andare alla unitarietà assembleare con l’ultimo socio, ma è invece di guardare ai risultati e puntare a quelli. Chi ha il “bastone del comando” si sente la responsabilità delle decisioni, poi importante è ovviamente non ledere diritti, non coartare, eccetera. Io lunedì incontrerò il sindaco di Vicenza, socio di riferimento dell’azionista di minoranza. Ma era un incontro già programmato…

Di cosa parlerà al sindaco di Vicenza?
Di quello che ci attende in vista della quotazione in Borsa, seguendo – ripeto – una logica piuttosto razionale che punta diritto ai risultati e a convincere il mercato.

La scadenza per la quotazione in Borsa è dunque quella del prossimo autunno?
Non è che ci sia una scadenza, ma pensiamo al periodo di autunno perché gli analisti dicono che può essere il momento più favorevole. Nel Paese in questo momento c’è una forte liquidità e quindi l’anno 2018, finestra di autunno, riteniamo sia la soluzione in grado di offrire più chance, sperando che in quel momento il mercato dia segni di interesse, ma questo è il mestiere degli advisor, che naturalmente attiveremo. Comunque ottobre-novembre è la tempistica e quindi sarebbe una ingenuità che nessuno commetterebbe pensare di presentarsi a quell’appuntamento con un CdA in scadenza.

Eppure si ha l’impressione che i vicentini siano stati colti di sorpresa, quanto meno dalla velocità della decisione relativa alle dimissioni…
Può anche darsi, ma gli azionisti non stanno a riflettere su queste questioni per mesi e mesi come se si dovesse discutere di qualche problema di quartiere, dove occorrono 28 assemblee per decidere di fare un marciapiede e poi magari non farlo. Il tema della governance è fra quelli più delicati che debbono essere risolti, e l’organo fondamentale della governance è il consiglio di amministrazione: le valutazioni hanno portato gli azionisti ad andare alle conclusioni che sono state rese note ieri. Non è un mestiere facile…

Quale?
Quello dell’azionista. Soprattutto per gli azionisti pubblici, che sono azionisti particolari…. hanno punti di vista improntati al raggiungimento del risultato ma anche interessi più larghi e generali di ordine politico, del territorio, e quindi riuscire ad assumere in tempi veloci le decisioni più opportune non è un mestiere semplice, ma la rapidità è fondamentale.

Pensa che dal sindaco di Vicenza non verrà nessuna controindicazione rispetto alla tabella di marcia che lei si è prefissato?
Beh, può darsi che abbia opinioni diverse, è un legittimo diritto di ciascuno, ma sulla questione se sia corretto e opportuno andare ad un rinnovo del consiglio di amministrazione e presentarsi in autunno per la quotazione in Borsa con un consiglio rinnovato, è difficile dissentire. Gli stessi consiglieri di nomina vicentina nel CdA di ieri non hanno avuto obiezioni al riguardo…, ritengo sia difficile anche in via teorica tentare di costruire una obiezione seria a questa procedura.

La sua presidenza mi pare di capire che non sia in discussione, o no?
Come no? Io aspetto semplicemente le valutazioni e le decisioni degli azionisti, quello che pensano di fare: se vorranno confermarmi me lo proporranno e io discuterò, se non vorranno confermarmi troverei la cosa non particolarmente originale, in fondo non è il mio primo mandato, non mi sorprenderei.

Questa però è diplomazia: non credo che lei voglia uscire di scena proprio adesso, ad un passo dalla quotazione in Borsa e tanto meno su richiesta del socio di minoranza.
Io uso sempre una espressione: ringraziando Iddio sto bene, non mi sento davvero molto pronto per i giardinetti… e quindi sono qui, ma so bene quali sono i limiti del mestiere di ciascuno: dell’azionista, come di chi rappresenta la proprietà, e so bene quali sono i loro diritti e i loro doveri. Io faccio il gestore, non so se l’ho fatto bene o male, questo è un tema che riguarda quelli che hanno voglia di dare giudizi.

Col sindaco di Rimini l’intesa è perfetta?
E’ facile immaginare che io abbia un rapporto di frequentazione (sorride, ndr) col sindaco di Rimini, che è l’azionista di controllo.

Perfetta unità di vedute quindi?
Ovviamente si, mi pare scontato.

di Claudio Monti, da Rimini 2.0