Vicenza partecipa a Smart Cul-Tour, progetto europeo Horizon 2020 che vede il coinvolgimento di sette città in Europa, oggetto di studio per nuove strategie di sviluppo turistico culturale.
A tal fine viene promosso un Living Lab in attivazione in sei diversi Paesi europei: Belgio, Finlandia, Olanda, Croazia, Spagna e Italia.
Il progetto (coordinato a livello generale dal professor Jan Van Der Borg dell’Università KU di Leuven) unisce conoscenze e competenze del mondo della ricerca, della pubblica amministrazione, della società civile e degli operatori economici per disegnare nuovi scenari per una ripresa sostenibile di un comparto, quello del turismo, che più di altri ha subito l’impatto della pandemia.
Il Lab vicentino si svolge sotto la regia del Dipartimento di Economia dell’Università di Ca’ Foscari, rappresentato dal professor Nicola Camatti, in partnership con gli assessorati alla cultura e al turismo del Comune di Vicenza. Il 15 marzo e il 12 aprile ha visto l’avvio delle sue prime due sessioni che in totale saranno sei.
Vicenza è stata scelta non solo in quanto sito Unesco, ma perché territorio adatto alla sperimentazione e dove ancora non sono emerse problematiche di over-tourism. Al contrario, ci si scontra con la difficoltà ad attrarre grandi flussi turistici, come dimostrano le prime elaborazioni di big data estrapolati da social media, Google e altri dati non tradizionali, ovvero non statistici, presentate dal professor Dario Bertocchi del gruppo di lavoro di Ca Foscari, coordinato dal professor Nicola Camatti.
“Lo scopo del Living Lab – spiega la professoressa Raffaella Lioce dell’Università di Venezia – è costruire una sorta di intelligenza collettiva capace di fondare idee e azioni su un quadro conoscitivo composto di dati, indicatori smart, di saperi ed esperienze locali. A partire dalla mappatura di opportunità e criticità, di trend e dinamiche in atto, il Living Lab si propone di sviluppare un percorso aperto di co-progettazione turistica, con il fine ultimo di definire una strategia di intervento che includerà azioni di formazione e sensibilizzazione, iniziative di fundraising e di consigli per verificare la sostenibilità degli investimenti necessari per un rilancio consapevole e resiliente del turismo culturale”.
Partner del progetto SmartCulTour è anche il Regional Bureau for Science and Culture in Europe di Unesco, cui spetta il compito di proporre iniziative mirate alla formazione, con l’obiettivo di coniugare il turismo sostenibile alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale approfondendo le competenze degli attori coinvolti.
Importanti e strategiche le sinergie che il Comune di Vicenza ha proposto di attivare, innanzitutto con l’iniziativa #Cittàbellissima, iniziata lo scorso giugno 2020, promossa dagli assessorati alla cultura e al turismo e con il coordinamento operativo della presidente della IV Commissione sviluppo economico e attività culturali del Comune di Vicenza Caterina Soprana. Molti i punti di interazione anche con la strategia di valorizzazione del turismo religioso, ed in particolare con il progetto “Monte Berico 2026” coordinato dal consigliere comunale Valter Casarotto per le celebrazioni del VI centenario della prima apparizione della Madonna a Monte Berico.
Tanti e diversi i temi discussi nella prima sessione, dalle ville palladiane, al turismo musicale al binomio arte e artigianato fino al potenziale legato alle attività sportive da mettere in relazione al patrimonio paesaggistico e culturale attraverso il cicloturismo. Da segnalare l’intervento di Willy Dalla Valle, della Associazione Europea dei Tour Operator, che ha messo in luce come spesso sia la mancanza di luoghi idonei ad accogliere grandi numeri, a limitare la possibilità di intercettare i flussi generati ad esempio dal Santuario di Monte Berico. Tutti argomenti destinati a diventare spunti preziosi di approfondimento per i prossimi incontri.
La sessione del 12 aprile si è spostata su un piano più operativo, per verificare assieme ai partecipanti le esigenze e le istanze conoscitive degli operatori del settore per lo sviluppo del turismo culturale di Vicenza. Per chi fa ricerca in ambito turistico è infatti fondamentale sapere cosa serve a una destinazione in termini di conoscenza, per evitare di produrre relazioni e studi a soli fini teorici, contribuendo invece concretamente allo sviluppo sostenibile del turismo. Allo stesso modo, per gli operatori di una destinazione è necessario basare le proprie decisioni su solide basi conoscitive, che talvolta vanno oltre i dati statistici tradizionali.