Su FB “bassi” distinguo di Pisapia su Comunismo = nazismo per la Ue: noi lo conosciamo bene dal processo Marlane Marzotto

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Giuliano Pisapia
Giuliano Pisapia
Marlane Marzotto, operai senza guanti e maschere maneggiano i tessuti tinti
Marlane Marzotto, operai senza guanti e maschere maneggiano i tessuti tinti

Lo so, direte che ce l’ho con Pisapia … è vero! Non riesco a sopportarlo (noi di VicenzaPiù non lo sopportiamo dai tempi della Marlane Marzotto quando fui difensore di imputati eccellenti contro i morti e i morenti di quella ditta dei veleni, ndr) e non riesco a giustificare nulla di quello che fa. Il mio “rancore” ormai di vecchia data viene puntualmente accresciuto da lui stesso, da quello che vota, da quello che scrive. Quello che segue è un post sulla sua pagina FB. Qualcosa che ha scatenato, giustamente, tantissime risposte indignate.
Leggetelo e ditemi se quel personaggio non sia di un livello talmente basso da risultare incredibile. Diceva Fortebraccio parlando di Piccoli (della DC) che aveva una statura morale e politica talmente bassa che, dalle cime dei suoi monti del Trentino, riusciva a vedere la pianura padana dal basso verso l’alto. Ecco una descrizione che si addice a Pisapia.

Questo è il post di Giuliano Pisapia pubblicato sulla sua pagina FB ieri 22 settembre alle ore 16.56

Il dito e la luna: così si potrebbero definire le polemiche di questi ultimi giorni rispetto al voto degli deputati S&D (compreso il mio) alla risoluzione intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”.
In quel documento vi sono frasi sbagliate e altre poco chiare? Si certo, ma nella risoluzione sull’importanza della memoria in Europa si parla di nazismo e regime totalitario comunista, cioè stalinismo. Da parte mia e degli altri deputati del gruppo il voto è stato dettato da verità storiche inconfutabili tra cui questa: “chiede l’affermazione di una cultura della memoria condivisa, che respinga i crimini dei regimi fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del passato come modalità per promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani”.
Qualcuno realmente si può opporre, in coscienza, a questa richiesta? E’ francamente ovvio e inutile ricordare che la tradizione comunista in Italia, Francia e Spagna (solo per citare alcuni esempi) non ha nulla a che vedere con la dittatura stalinista. In Italia il Partito Comunista (con le altre forze del Comitato di Liberazione Nazionale) ha liberato il Paese dall’oppressione nazifascista.
E’ quindi sbagliata l’equiparazione tra comunismo e nazismo, ma la finalità della risoluzione era ben diversa.
Come ho sopra scritto alcune frasi erano sbagliate e non condivisibili, ma immagino le polemiche che sarebbero potute sorgere se si fosse votato contro una risoluzione che prevede l’istituzione di una giornata per ricordare le vittime del nazismo e dei regimi totalitari.
Pensare, a 30 anni dalla Caduta del Muro di Berlino e a 80 anni dall’inizio del Secondo Conflitto Mondiale, di dire no all’istituzione di una giornata della memoria delle vittime dei regimi totalitari mi pare a dir poco emblematico del tempo che stiamo vivendo. Un tempo che richiederebbe forza e coraggio nell’affrontare le grandi sfide che ci attendono per il futuro del nostro Continente (ambiente, diseguaglianze sociali, etc) e che invece fanno perdere a molti di vista gli obiettivi di fondo.
Chiarito che non rinnego la mia storia personale, ciò in cui ho creduto e ciò per cui ho agito, andiamo oltre.
Le battaglie da combattere e che ci attendono sono altre

Giuliano Pisapia, eurodeputato eletto come indipendente nelle liste del Pd

Ditemi cosa vi sembra. Per me è indecente … la giustificazione di un uomo ridicolo che  dimostra una palese malafede (e l’ignoranza propria dei supponenti).

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.