Ieri, 25 settembre, i lavoratori della scuola organizzati da Cub Veneto sono scesi in piazza unitamente ai colleghi dei servizi educativi comunali per denunciare le criticità dei servizi pubblici rivolti all’infanzia e ai giovani: poco personale, scuole fatiscenti, classi “pollaio” ma soprattutto un numero impressionante di lavoratori precari, chiamati in servizio cronicamente in ritardo, ad anno scolastico avviato da mesi.
A riferirci della manifestazione e del suo successo “in presenza” sono Isabella Ipsaro Passione per CUB Scuola e Maria Teresa Turetta per CUB Pubblico Impiego che sottolineano come gli organici siano insufficienti anche per affrontare serenamente la pandemia Covid 19: “dal Governo solo indicazioni generiche che scaricano responsabilità sui dirigenti scolastici. Il personale a rischio cosiddetto “fragile” è stato di fatto abbandonato a se stesso”.
Alla protesta dei lavoratori della scuola si è unita anche quella dei colleghi dei servizi all’infanzia dei comuni.
“In questo inizio di anno scolastico tutti i precari con più di 36 mesi di servizio non sono stati chiamati a coprire supplenze nei nidi e materne comunali, di fatto sono stati licenziati a tempo indeterminato a causa di una farraginosa normativa che dovrebbe tutelare il lavoratore precario ma che in realtà lo fa fuori del tutto e per sempre” ci ribadisce Turetta che ha “gradito” che il sindaco Rucco abbia ricevuto i manifestanti e fatto assicurazioni di voler risolvere la loro situazione.
Questi erano, infatti, ieri davanti al Comune di Vicenza, ma anche davanti al Comune di Padova, a Palazzo Moroni, per chiedere ai sindaci di stabilizzare i precari con più di 36 mesi di servizio e di farsi portavoce assieme alla CUB per sollecitare la modifica radicale del decreto dignità e l’abolizione del Jobs Act.
La CUB assieme ai sindacati di base ha organizzato manifestazioni in tutta Italia, ci confermano Isabella Ipsaro Passione e Maria Teresa Turetta per CUB Pubblico, per “un chiaro segnale che vogliamo dare al Governo che deve cominciare a dare risposte ai lavoratori, agli studenti, ai precari del settore scolastico e dei servizi comunali all’infanzia. Ai sindaci chiediamo la stabilizzazione di tutto il personale che ha superato i 36 mesi: la legge esiste basta volerla applicare. I bambini hanno diritto di frequentare la scuola in salute e serenità così pure i lavoratori devono essere garantiti con più personale e classi meno affollate. Le strutture scolastiche devono essere messe in sicurezza per tutelare chi ci lavora e studia”.
“Il Governo – hanno concluso le due sindacaliste – deve ripartire dalla politica del lavoro certo e tutelato: la politica dei bonus ha fallito. Bisogna dare lavoro e reddito certo a chi un lavoro non ce l’ha o a chi ce l’ha precario: solo così l’Italia può uscire dalla crisi in atto“.