«Siamo arrivati al bivio» ha scritto su Facebook Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia – che invia questa nota – riferendosi alla storia di Noa, 17enne olandese avviata al suicidio assistito con tanto di plauso social e like e cuoricini. Noa Pothoven, ha chiesto e ottenuto il suicidio assistito motivandolo con le sofferenze psichiche derivanti da una condizione di depressione causata da diverse violenze sessuali subite a partire dall’età di 11 anni. La ragazza minorenne è stata soppressa domenica in casa ad Arnhem con una somministrazione di Pentobarbital fornita da una équipe medica.
Noa aveva raccontato le sue vicissitudini in una autobiografia e cinque giorni fa aveva pubblicato un ultimo post su Instagram annunciando il suicidio. Danilo Bassan, del Circolo PdF di Padova, commenta amareggiato: «Nei paesi “civili” funziona così; se sei depresso lo Stato invece di aiutarti a guarire, ti uccide. Basta una semplice richiesta, avallata da un medico, e non importa se hai 17 anni. Questa è la deriva dei paesi che introducono leggi sull’eutanasia. È evidente che usando Dj Fabo e Vincent Lambert per avere sentenze mosse da un sentimento di pietà, si arriva dritti a Noa. Inabile ad “una vita normale” e se si vuole ammazzare, che si ammazzi, anzi aiutiamola col sostegno delle norme.»
Siamo al bivio, scrive Adinolfi, e veramente lo siamo perché stiamo ribaltando i principi cardine della nostra civiltà, e se prendiamo la strada del “rispetto dell’autodeterminazione”, la tragica conseguenza saranno tante storie simili a Noa, ragazza depressa e suicida, per mano del servizio sanitario.
«Come fate a non battervi contro tutto questo?» si chiede Danilo Bassan, che conclude ricordando «alla Camera è arrivato in commissione Giustizia e Affari Sociali, il testo del disegno di legge di iniziativa popolare proposto dalla associazione Luca Coscioni e recepito dal presidente di Montecitorio, Roberto Fico per introdurre eutanasia e suicidio assistito in Italia. Il Popolo della Famiglia si batterà per evitare che le decisioni del parlamento portino a una nuova mattanza. Perché difendiamo il principio giuridico per il quale la vita è un bene non disponibile, e l’unica opzione è quella di un’azione politica contro la legge sull’eutanasia e contro qualsiasi tentennamento in questo ambito.»