È in programma domani, venerdì 30 giugno 2023, il deposito delle firme per la legge regionale del Veneto sul Suicidio Assistito, dopo la raccolta condotta dall’Associazione Luca Coscioni.
“Il Veneto è la seconda Regione a depositare le oltre 9.000 firme raggiunte per portare in Consiglio Regionale Liberi Subito, la proposta di legge dell’associazione Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria”, fanno sapere.
Dopo il ritrovo mattutino in piazzale Roma, i promotori dell’iniziativa daranno vita a un corteo con le scatole contenenti i moduli con le firme. Dopo una sosta a Campo Santo Stefano, avverrà la consegna delle firme a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto. Al termine, a Campo Santa Margherita si terrà una conferenza stampa con Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Stefano Gheller, il vicentino affetto da una grave forma di distrofia muscolare, costretto su una sedia a rotelle e al quale è stata accolta la richiesta ufficiale di accedere al suicidio assistito, e Diego Silvestri del Comitato Liberi Subito e coordinatore della Cellula del Veneto.
“Sono oltre 9.000 le firme delle cittadine e dei cittadini veneti che verranno depositate in Consiglio Regionale per la proposta di legge regionale sul suicidio assistito”, dicono dall’Associazione Luca Coscioni. “La proposta di legge, dopo il deposito, verrà affidata all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale per la verifica della conformità delle firme. La presentazione e discussione in V Commissione consiliare darà accesso alla votazione in Consiglio“, aggiungono.
Il Veneto, come detto, è la seconda regione dopo l’Abruzzo a depositare le firme, mentre Piemonte, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno raggiunto la soglia di firme necessarie e sono prossime al deposito.
Nelle scorso settimane il dibattito sul tema si è riacceso in regione perché Gloria”(nome di fantasia), 78 anni, paziente oncologica veneta, assistita dall’Associazione Luca Coscioni, ha ricevuto l’ok dalla azienda sanitaria locale alla sua richiesta di accesso al suicidio assistito dopo circa 6 mesi dall’avvio dell’iter e il completamento di tutte le verifiche necessarie previste dalla sentenza della Corte Costituzionale sul caso Cappato-Antoniani.
“Gloria – spiegano dall’associazione Coscioni – è la seconda cittadina residente in Veneto, dopo Stefano Gheller, affetto da distrofia muscolare, ad aver ottenuto la verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito e il relativo parere favorevole da parte dell’azienda sanitaria e del comitato etico. In Italia, per quanto se ne abbia notizia, è la quarta volta che accade”.
A proposito di dibattito, sono destinate a far discutere le parole espresse sul tema oggi dal consigliere regionale vicentino di Fratelli d’Italia, Joe Formaggio: “La recente sentenza della Corte d’Assise di Catania, che condanna Emilio Coveri per istigazione al suicidio, deve far riflettere il comitato Liberi Subito, visto che domani consegneranno le firme alla Regione del Veneto affinché questa discuta una proposta di legge per colmare il vuoto legislativo circa il fine vita.
Ciò che è emerso dalla sentenza e dalle carte processuali è a dir poco inquietante: sedicenti radicali che istigano le persone a suicidarsi in Svizzera anche quando queste sono perfettamente curabili – prosegue il consigliere vicentino -. Per questo motivo ho sempre votato contro tutti gli atti di indirizzo che impegnavano il Consiglio regionale a prendere posizione a favore dell’eutanasia legale: si rischia di far passare messaggi sbagliati e di far leva sulle persone deboli, afflitte anche da depressione.
Questa condanna del sedicente paladino della morte assistita – conclude – dà ancora più forza alla protesta contro l’apertura al fine vita, che in Veneto ha trovato aperture anche da colleghi della maggioranza di centro destra: bisogna opporsi alla cultura della morte eliminando la sofferenza e non i sofferenti. Sarò sempre a difesa della vita”.
Una prima reazione è arrivata dalla consigliere di Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel: “A ogni consigliere e anche a Joe Formaggio domando anzitutto di rispettare il coraggio e la dignità di chi è chiamato a compiere scelte di tale solenne entità. Non gli chiederò di uscire dall’oscurantismo medievale in cui sembra rifugiarsi, ma quantomeno di accostarsi alle ragioni di chi si trova in certe situazioni con un animo di cabotaggio diverso rispetto alla solita diatriba politica. Se di fronte alla delicatezza di tali temi etici questa possibilità gli fosse preclusa, colga l’insolita occasione per stare zitto”.
Reazione alle parole di Formaggio anche dalla consigliere Cristina Guarda di Europa verde: “Sono sicura che il consigliere Formaggio commenta la recente sentenza emessa dalla Corte di Assise presso il Tribunale di Catania in quanto perfettamente consapevole della non sovrapponibilità tra quanto deciso dal tribunale etneo e quanto invece oggetto del progetto di legge regionale di iniziativa popolare.
Non avendo motivo per dubitare della razionalità del consigliere, devo dedurre che le sue esternazioni sono addebitabili alla pura volontà di confondere, così tentando di nuocere all’iniziativa legislativa dei veneti. Il Consigliere Formaggio avrà anche letto le carte processuali, e sono certa che così è, ma è altrettanto chiaro che non ha letto l’art. 1 del testo di legge di iniziativa popolare, testo che peraltro riconosce e fissa in legge i presupposti per ricorrere al fine vita, come da indicazione della sentenza n. 241 del 2019 della Corte Costituzionale”.