Suicidio in carcere a Padova, Baldin (M5S): “Penitenziari veneti, situazione drammatica”

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trivellazioni in alto adriatico Suicidio in carcere a Padova
Erika Baldin

“Sono colpita per il suicidio in carcere a Padova di Stefano Voltolina, ma non del tutto, vista la condizione drammatica delle carceri venete”. Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, commenta così il suicidio del 26enne avvenuto martedì nel penitenziario padovano Due Palazzi.

L’uomo, riconosciuto in primo grado colpevole di violenza sessuale, doveva scontare una pena di 4 anni e 9 mesi. “Era chioggiotto, della mia città – prosegue la Baldin -. Circostanza che mi rammarica ulteriormente, assieme alla giovane età del ragazzo. Spesso le persone che si sono tolte la vita negli ultimi mesi all’interno delle carceri venete erano giovani, abbandonate a loro stesse. Un grande abbraccio alle volontarie e ai volontari dell’associazione Granello di Senape e di Ristretti Orizzonti, che se ne sono presi cura fino all’ultimo.

Lo scorso 4 luglio – ricorda la consigliera – avevo visitato il penitenziario veneziano di Santa Maria Maggiore: sovraffollamento, questioni sanitarie, carenza di personale sono gli aspetti più evidenti a coloro che entrano in una struttura del genere e stanno all’origine delle tante proteste scoppiate all’interno, anche nelle ultime settimane. Spesso non vengono prese in considerazione le misure alternative, oltre a maggiori accordi con alcuni Paesi di provenienza delle persone detenute, nel rispetto delle loro garanzie e sempre considerando la funzione rieducativa della detenzione, sancita dall’articolo 27 della Carta costituzionale. Proprio il Due Palazzi di Padova è anzi un modello per l’integrazione e il riavvicinamento al lavoro, condizione indispensabile per il ritorno alla vita civile dopo aver scontato la pena.

Nel mese di aprile dello scorso anno – continua l’esponente del M5S – all’indomani dell’ennesimo suicidio tra le sbarre, avevo presentato in Consiglio regionale una risoluzione in materia, inserita nel calendario delle prossime sedute, la quale auspica che la Giunta si attivi con il governo affinché esso risolva le criticità rilevate, a cominciare dal ripristino integrale di intere piante organiche carenti, rivendicato anche dalle organizzazioni sindacali.

Sono trascorsi più di otto mesi, e da allora la situazione non è affatto migliorata, tutt’altro: siamo la terza regione per sovraffollamento carcerario al 128%, con picchi al 150% – conclude Baldin – e a mancare sono soprattutto educatrici ed educatori. Ogni professionista gestisce una media di circa 70 persone detenute: ne va della loro dignità e del rispetto dei basilari diritti umani. Spero che l’intero Consiglio voti la mia risoluzione, in tempi celeri”.