Suio, le terme di acqua calda naturale e solforosa degli antichi romani di Minturnae: tra le prime in Italia ed Europa… ad essere trascurate

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Uno degli stabilimenti dismessi di Suio Terme
Uno degli stabilimenti dismessi di Suio Terme

Che gli antichi romani non disdegnassero un buon bagno nelle terme è cosa risaputa così  sono tantissimi gli stabilimenti disseminati nelle antiche città o nelle singole ville nobiliari. Ma se gran parte di questi stabilimenti erano alimentati da acque appositamente riscaldate, ne esistevano anche altre che invece il calore lo avevano naturale. Naturalissimo.

Ecco allora che a pochi chilometri da quello che era uno dei più importanti insediamenti sulla costa mediterranea, l’antica Minturnae, gli antichi romani si ritrovavano per beneficiare delle acque che naturalmente sgorgavano calde e solforose da un’ampia area alle propaggini dei monti Aurunci: Suio, ora frazione di Castelforte lungo il fiume Garigliano ai confini con l’attuale Campania.

Il fiume Garigliano, già chiamato il Verde da Dante
Il fiume Garigliano, già chiamato il Verde da Dante

Il toponimo sembra derivare (ma tante altre solo le ipotesi) dal latino surgo – surgis (prima e seconda persona dell’indicativo presente del verbo “surgere”, sorgere) e comunque è citato da Plinio e da Lucano come Acquae Vescinae. Si tratta di acque sulfuree, con presenze bicarbonato-alcalino-terroso-calciche e magnesio. Inoltre sono classificate prime in Italia per la presenza di iodio, e terze in Europa.

Sembra di parlare di un tesoro enorme che sgorga copioso dal terreno, in grado dunque di fare la fortuna di chiunque. Eppure Suio è piuttosto sconosciuta ai più.

I fasti del tempo dell’antica Minturnae sono ormai lontani, superati da un medioevo che ha visto quel territorio teatro di scorribande e scontri tra eserciti nemici. E per finire una guerra che ha deciso di porre la propria linea di trincea (la linea Gustav) proprio lungo il Garigliano che taglia a metà il terreno di Suio.

Un'immagine delle terme libere di Suio, da poco passate in gestione
Un’immagine delle terme libere di Suio, da poco passate in gestione

Oggi Suio sembra una località abbandonata. Lontana dai centri urbani, raggiungibile da strade di non facile viabilità, e soprattutto sprovvisto di attrazioni in grado di accogliere un cliente/turista dei giorni nostri. Esistono delle strutture ricettive, per lo più rivolte ad un pubblico anziano che usa le terme solo in funzione terapeutica. Esistono anche alcune strutture con finalità ricreativa. Ma è ancora e tuttora una risorsa le cui potenzialità sono del tutto inespresse. Potenzialità italiana, mentre migliaia di italiani prendono le strade delle più rinomate località termali, in Italia e all’estero, le cui acque non sono né naturali né benefiche come quelle di Suio.

Una struttura delle Terme di Suio Terme (foto di Enzo Micillo)
Una struttura delle Terme di Suio Terme (foto di Enzo Micillo)

Che succede, o meglio, cosa è successo a questa località che ha lasciato il proprio tesoro perdersi nel Garigliano senza riuscire a valorizzarlo a pieno? Lo abbiamo chiesto al sindaco Giancarlo Cardillo, uscente e nuovamente candidato, ma lui ci racconta una realtà diversa, fatta di un costante incremento dei turisti e di progetti di rilancio, con gare di canottaggio che dovrebbero smuovere le acque, si fa per dire, nel maggio 2022.

Ma non tutti sono d’accordo. Due giovani, Damiano Migliorato e Cristian Orlandi hanno messo su una società volta alla valorizzazione ecosostenibile di un’area adiacente una delle più naturali e spumeggianti sorgenti di Suio. Il loro cruccio, raccontano a Vipiù, è la qualità del turismo, tutta da risanare, dopo decenni di incuria in tal senso. E per questo chiedono il sostegno delle amministrazioni.

A guardarla, Suio, sembra ancora lontana dai fasti di un tempo lontano. E di sicuro ci sarà da lavorare sul piano della viabilità. Lo stesso sindaco indica come quello il problema maggiore di Suio, e allora c’è da chiedersi chi vorrà farsi carico di una pressione presso gli organi competenti per far sì che Suio abbia un miglior collegamento con la costa, facendo ripercorrere l’antico tragitto dei Romani, e con l’uscita autostradale di Cassino. Lavori grossi, ma per un progetto termale altrettanto grosso.