Giovanni Villa accusa di “bugie” l’Università di Bergamo? Se Variati crede da sempre al “suo” membro nel Cda della Fondazione Roi, sta all’Anac di Cantone dirci a chi credere

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Giovanni Villa o, meglio, Giovanni Carlo Federico Villa (nella foto col cardinale Parolin e col sindaco) è, per lavoro, professore associato a tempo pieno presso il Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell’Università di Bergamo, come ci dettaglia da tempo il suo direttore generale Marco Rucci nelle sue risposte ufficiali ai nostri quesiti sulle autorizzazioni che l’accademico torinese avrebbe chiesto o meno per assumere per un anno da luglio 2015 il ruolo di “direttore tecnico” dei musei civici di Vicenza retribuito per 30.000 euro tramite la sua Didakè sas da una triangolazione con la Fondazione Roi.

Questo ruolo secondo l’interpretazione di Achille Variati equivaleva allora a quello di “direttore pro tempore” che, unico, dà il diritto statutario di entrare nel cda della Fondazione stessa.

Alle nsotre domande Rucci rispose che erano state sì concesse le relative autorizzazioni ma solo dal 9 gennaio 2017 perchè Villa, finito l’Eden economico dell’era del presidente Gianni Zonin, svolgesse “l’incarico extra-lavorativo gratuito di Direttore scientifico dei Musei civici di Vicenza dal 1.12.2016 al 31.12.2017“. Sulla questione “Didakè sas” (retibuzini incassate come direttore tecnico) Rucci ci scrisse sempre il 10 aprile 2017: “stiamo inoltre procedendo ad approfondite verifiche in relazione alla segnalazione pervenuta sulla società Didakè sas per i conseguenti ed eventuali provvedimenti”.

Villa, quindi, coinvolto oggi in un ‘inchiesta per abuso d’ufficio” ma, soprattutto, raggiunto tramite la Tributaria da una comunicazione dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) di Raffaele Cantone per la sua girandola di incarichi con e senza retribuzioni, con e senza permessi dell’Università per cui lavora “a tempo pieno”, e autorizzato a inizio 2017 ad essere “direttore scientifico“, fu subito nominato “direttore onoraio” dal nostro sindaco, per il quale essere direttore “tecnico, “scientifico” o “onorario” è sempre come esserlo “pro tempore”, legittimato, quindi, a rimanere nel cda della Roi (in cui da metà 2016 a fine 2016 non si sa, comunque, a  che titolo Villa fosse rimasto scaduto a giugno il suo incarico retribuito da “tecnico”).

Ciò detto oggi, sul foglio locale l’accademico, continua a sostenere, “per tabulas documenti alla mano” come scrive pomposamente il collega D. N., che “l’autorizzazione del rettore – che ribadisce non essere necessaria – è giunta prima che venisse sottoscritto il contratto“, che l’incarico non è retribuito, che che “i 40 mila euro su cui hanno acceso i riflettori i finanzieri si riferiscono «all’accordo fra l’università di Bergamo e il Comune di Vicenza, che non è mai stato attivato, e che anzi è stato revocato dalle parti, come è evidente dalle delibere…“.

Se ci azzardassimo, imprudentemente come facciamo da tempo, a dare credito ai documenti scritti dal dg Rucci a nome del Rettore, maximae tabulas?, parrebbe evidente che Villa continua a fare confusione (Cicero pro domo sua, vero D. N.?) tra l’autorizzazione chiesta per l’incarico non retribuito e quella per l’incarico pagato alla sua Didakè su cui l’Univesrità dopo le “approfondite verifiche… per i conseguenti ed eventuali provvedimenti” attivate in aprile, coem abbiamo già scritto, ci ha comunicato il 7 dicembre scorso: “in base alle risultanze di tali verifiche il Rettore, titolare per legge del potere di iniziativa per l’azione disciplinare, ha attivato nei confronti dell’interessato il procedimento di competenza che si è concluso con il provvedimento ritenuto opportuno in correlazione alla rilevanza dei fatti“.

Se poi ci addentriamo e torniamo sull’accordo tra Comune e Università di Bg da 40.000 euro all’anno che sarebbe stato “revocato dalle parti, come è evidente dalle delibere“, beh il 10 aprile 2017 il dg Marco Rucci, da noi informato, come i nostri lettori ben sanno, come è riportatto anche su “Roi. La Fondazione demolita” e come il foglio locale dimentica, ci comunicò che di quelal revoca nulla sapeva e, quindi, nulla poteva aver deliberato la sua Università: “Agli atti risulta altresi’ la stipula di una Convenzione quadro tra l’Università di Bergamo e il Comune di Vicenza sottoscritta dal Comune in data 6.12.2013 e dall’Università in data 9.12.2013 a cui però non ha fatto seguito alcun accordo attuativo, né vi è traccia, agli atti dell’Ateneo, di “revoche” da parte del Comune di Vicenza“.

Se Villa sta dando della bugiardo al rettore e al direttore generale della sua Università non lo sappiamo. Ma fatto sta che sarebbe ora, visto che Variati per il Comune e per la Roi e Ilvo Diamanti per la Fondazione nulla hanno chiarito su Villa (Andrea Valmarana, anzi, ha detto: “è tutto a posto con Bergamo“), che qualcuno facesso luce.

Chi meglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e di Raffaele Cantone?

Che, magari, scartabellando tra le fatture Didakè a Roi e sui relativi bonifici potrebbe farsi delle fotocopie dei bilanci, completi di relazioni e documenti, dell’era Zonin e darci quello sguardo che è stato sempre negato anche dal cda attuale a noi ma, soprattutto, alla città a cui è stato indirizzato il lascito del marchese Giuseppe Roi, in buona parte dissipato e deviato su rivoli non consentiti dallo statuto.