La famiglia religiosa delle Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, annuncia con gioia il centenario della nascita al cielo di Anna Francesca Boscardin – Santa Maria Bertilla.
Nell’avvicinarsi di questo significativo appuntamento, ho condiviso con il Vescovo Beniamino e il Vescovo Michele il desiderio di viverlo come evento di Chiesa che evangelizza, incontrando la loro disponibilità e l’incoraggiamento. In comunione con loro mi rivolgo a tutti i fedeli delle Diocesi di Vicenza e di Treviso dove S. Bertilla è nata, è vissuta ed è partita per il cielo cento anni fa. Ringrazio i Pastori di queste Chiese e i sacerdoti per la loro stima e il loro indispensabile coinvolgimento.
Sollecito in particolare la Famiglia spirituale di S. Giovanni Antonio Farina: suore, laici della Fraternità secolare, del Movimento Eucaristico, Pastorale familiare Ecuador, Collaboratori e Volontari delle nostre opere educative ed assistenziali in Italia e nel mondo.
LA SANTITÀ semplice, quotidiana e accessibile a tutti, è il messaggio più bello che Bertilla ci rivolge anche oggi. Un invito a non rimandare la risposta alla chiamata fondamentale che Dio fa alla nostra vita. “Voglio farmi santa”1 ella ripeteva nel suo Diario. Non si sentiva per nulla speciale, viveva “il piacere spirituale di essere popolo” direbbe Papa Francesco2. Si sentiva parte della comune umanità segnata dalla fragilità. Lei, tessitrice di relazioni semplici, concrete, piene di vita, in famiglia, in comunità, in corsia ci dice che la santità è possibile a tutti, che l’Amore è possibile a tutti.
Tutte le misure che, come istituzione religiosa e sociale mettiamo in atto per promuovere contesti di sviluppo della dignità umana, specialmente dei più poveri: salute – scuola – lavoro – cultura – natura, risultano insufficienti se la Grazia non è presente, anzi, se la Grazia non ci precede3. “A me tutto il lavoro” diceva S. Bertilla, confidando non nel lavoro in sé, ma nelle motivazioni che lo sostenevano: “per puro amore”. Nel lavoro di infermiera – sostenuto a volte in condizioni di eroismo – ella rigenerava le sue energie alla fonte dell’amore che cura4: la preghiera. Seminava pace attorno a sé perché abbracciava il dolore con l’amore. La pace: il più grande dei beni comuni. Il santo lavora per il bene comune, dando a Dio sempre il primo posto. Quando la Carità impregna il lavoro di una persona, tale lavoro non solo è efficiente, ma anche efficace, trasforma la realtà.
Stiamo ancora vivendo un tempo che sembra aver azzerato tante nostre certezze in campo economico, sociale, sanitario, persino religioso, un tempo di crisi, che tenta di rubare la speranza anche alle nostre strutture forti di un passato glorioso. Santa Bertilla vissuta a cavallo della prima guerra mondiale, ci sollecita a guardare non tanto alle difficoltà, ma ai Volti di chi incontriamo. Il malato, il povero, lo scarto della società, erano il suo punto di partenza. Non ha vissuto un cristianesimo a distanza (EG n. 270); vera samaritana, si faceva carico del bisogno che incontrava in uno slancio di solidarietà che generava vicinanza e fraternità: ricominciava sempre dal basso – direbbe Papa Francesco- caso per caso, lottando per ciò che è più concreto5.
LA SANTITÀ È INDISPENSABILE PER EVANGELIZZARE. Ogni santo è una pagina viva e illustrata di Vangelo, è la gioia del vangelo in atto. E’ una missione. Quale risorse mettere in campo da parte nostra, per essere Chiesa che diffonde la gioia del vangelo? Pensiamo al vorticoso sviluppo delle tecnologie e dei media in questi ultimi decenni, com’ è stato determinante per la nostra vita! S. Bertilla esprime un valore risanante anche in questo ambito. Ella non amava esibire nulla di sé, forse non avrebbe sopportato la pubblicità di un solo suo atto di carità. Le bastava il bene possibile, il bene concreto e discreto, il bene fatto e non proclamato. Non così per l’amore ricevuto da Dio e per il bene che gli altri facevano per lei, un bene che sapeva ben promuovere e riconoscere. E la gioia più pura le brillava nel cuore, anche in punto di morte, tanto da far dire ai medici che l’avevano operata: lassù sta morendo una santa!
Lassù, da cento anni, la luce gentile di una santità semplice e concreta accompagna il nostro cammino. Con gratitudine, facciamola brillare in questo Centenario.
• Il pellegrinaggio delle reliquie a Brendola e a Treviso – dal 15 al 26 ottobre 2022 – sarà l’evento culminante di un anno che desideriamo ricco di grazia per la Chiesa e per i suoi pastori, per le famiglie e le comunità, soprattutto per quanti in questo tempo tribolato e complesso, si uniscono per costruire un futuro abitato dalla speranza.
• Una solenne Celebrazione Eucaristica aprirà l’anno giubilare il 20 ottobre 2021 nella cappella che custodisce le reliquie della Santa a Vicenza.
• Il percorso storico spirituale “sulla via dei carri” dalla casa natale alla Chiesa parrocchiale di Brendola, è un’ulteriore offerta a singole persone o a gruppi per un
‘esperienza di incontro con la Santità di Bertilla, fiorita in un preciso contesto storico locale.
• Nel Sito www.sdvi.org saranno condivisi sussidi e materiale utile ad approfondire il messaggio e la figura della santa
• Le singole iniziative saranno comunicate a calendario prossimamente.
Suor Maria Tersa Penã
Superiora Generale
1 S. M. BERTILLA, Diario spirituale, Vicenza 1996.
2 PAPA FRANCESCO, Evangelii Gaudium – Esortazione apostolica sull’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo n.268.
3 Cfr. PAPA FRANCESCO, Gaudete et Exultate – Esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, nn. 52-56.
4 Cfr. PAPA FRANCESCO, Udienza generale – Mercoledì, 9 settembre 2020.
5 Cfr. PAPA FRANCESCO, Fratelli Tutti. Lettera enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale, n. 78.
Vicenza, 11 maggio 2021
sessantesimo della canonizzazione