E’ allarme Superbonus: i crediti incagliati, in Veneto, mettono a rischio 14 mila posti di lavoro. Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto: “sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro, il decreto del governo è un colpo durissimo all’economia, e rischia di portare il Paese in recessione. In particolare, vanno messi rapidamente in campo interventi per sbloccare i crediti fiscali incagliati di imprese e famiglie”.
Sui crediti incagliati del superbonus il Veneto si gioca almeno 14mila posti di lavoro diretti nelle MPI artigiane delle costruzioni, settore che subirebbe una contrazione del -12,2% degli addetti. Ma il conteggio totale delle posizioni che rischiano di dover fare i conti, a breve, con cassa integrazione e perdita del lavoro, potrebbe aumentare di molto se si allarga lo sguardo anche all’indotto. Sono queste le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato Veneto, che ha elaborato una analisi sugli “Occupati a rischio nelle MPI delle Costruzioni per inesigibilità dei crediti incagliati per i bonus edilizi”, su dati ISTAT e MEF.
“Come Confartigianato – afferma il Presidente – abbiamo portato nei giorni scorsi le nostre istanze in audizione alla Commissione Finanze alla Camera. Abbiamo proposto di aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo e ampliare l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale, le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante. Abbiamo infine sollecitato – aggiunge – anche il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da CILA, Confartigianato ha anche chiesto che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori”.
Una notizia parzialmente positiva è arrivata dall’Istat che, applicando le nuove regole Eurostat sui crediti ceduti (contabilizzati nell’anno in cui nascono e non negli anni in cui vengono rimborsati), ha sì fatto salire di circa 80 miliardi i deficit del triennio 2020-21-22, ma fa scendere quello di quest’anno e dei prossimi, aprendo un prezioso “tesoretto” per il governo Meloni da quantificare in aprile nel Def. Una disponibilità che deve essere dedicata a risolvere il problema della liquidità delle imprese e delle famiglie così da non vanificare lo sforzo che è stato fatto per spingere l’economia. L’Istat ha infatti certificato che è stata l’edilizia a trainare il Pil del 2021 e del 2022 (+20,7% e +10,2% il valore aggiunto delle costruzioni nei due anni). Settore che se messo nelle condizioni di operare può fornire un apporto determinante anche alla crescita del 2023.
“Il rischio di recessione è alto – conclude Boschetto -. Auspico che le Forze Sociali e gli Enti Locali affianchino le Associazioni di Categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie”.