Superbonus, Il Sole 24 Ore: “Comunicazione antifrode ancora in stand by”

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La comunicazione antifrode per il Superbonus è ancora un oggetto misterioso per imprese, cittadini e professionisti. L’adempimento è stato varato a fine marzo scorso dal governo, ma al momento i dettagli sono sconosciuti: a maggio scorso era previsto il relativo Dpcm, ma l’esecutivo non lo ha ancora ufficializzato.

Dunque i soggetti interessati sono ancora all’oscuro delle modalità e dei termini pre presentare la comunicazione antifrode per il Superbonus, pur se le eventuali conseguenze sono piuttosto pesanti: multa da 10 mila euro o, addirittura, la revoca delle agevolazioni.

Ne scrivono su Il Sole 24 Ore in edicola oggi Giuseppe Latour e Giovanni Parente. “È uno dei sei provvedimenti attuativi, in materia di superbonus, che il Governo ha inserito nei decreti di blocco della maxi-agevolazione (Dl 212/2023 e Dl 39/2024), disegnati nei mesi scorsi, e che non sono arrivati al traguardo. Sicuramente, però, è il caso più problematico. Perché la comunicazione antifrode riguarda un gran numero di lavori: tutti quelli in corso alla fine del 2023, ai quali si aggiungono quelli per cui è stata avviata la procedura amministrativa in Comune nel corso del 2024.

Per questi lavori occorre inviare alcuni dati all’Enea, con finalità di monitoraggio della spesa: dati catastali degli immobili, ammontare delle spese sostenute nel 2024 fino al 30 marzo e poi di quelle che saranno sostenute successivamente, fino alla fine del 2025, insieme alle relative percentuali di detrazione. Proprio l’elencazione di queste spese è l’elemento più problematico. Il decreto 39/2024 si limitava, infatti, a indicare il perimetro di massima di questo adempimento. Sarà compito del Dpcm fare un’analisi più dettagliata, dando agli operatori le coordinate necessarie. In attesa di queste coordinate, è difficile immaginare quali documenti conservare e come prepararsi all’adempimento”.

Viene comunque spiegato che molte norme in materia di Superbonus hanno vissuto un rallentamento: “La comunicazione antifrode, come altri strumenti pensati in una situazione di emergenza per i conti pubblici, nasceva per tenere sotto controllo un mercato dei bonus caratterizzato da una crescita continua e difficilmente controllabile. Nel frattempo, però, le misure di blocco totale delle cessioni hanno prodotto una gelata che, a partire da aprile 2024, viene fotografata mese dopo mese dai dati Enea. L’attuazione di alcune misure è quindi diventata molto meno urgente, perché l’emorragia per le casse dello Stato, al momento, sembra arginata”.

L’articolo-resoconto de Il Sole si occupa anche di alcune altre misure ferme al palo, tra cui la sanzione anti-usura e la Polizza catastrofale.

Fonte: Il Sole 24 Ore