Lo avevamo già segnalato – è scritto in un comunicato del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa – che l’Avvocato Corsini non è imparziale nel ruolo che copre. Avevamo già segnalato che durante la festa di Santa Barbara del 2017, cara ai minatori, quelli che non si fidavano di quello che faceva la SIS nel tunnel di Malo-Castelgomberto, si era messo la maglia della squadra che dovrebbe controllare. Neanche nelle vituperate partite della Rubentus ai tempi del buon Moggi, gli arbitri entravano in campo con la maglia dei Gobbi. Si vede che i salernitano-piemontesi hanno aggiornato, alzando l’asticella, il metodo di Lucianone.
Questo video girato il 4 dicembre 2017, dentro alla Galleria di Ca’ Fusa, nel tratto di SPV tra Breganze e la A31, celebrava la conquista dei famosi bond, il cui garante finale siamo, cioè la Regione Veneto. Certo sono passati 18 mesi ma quel fatto rende impossibile da digerire le parole di Zaia pronunciate in Consiglio Regionale sul sequestro della galleria. Più che altro sembravano l’ennesima supercazzola pedemontano-veneta per lodare se stesso e il suo buon governo con gli organi dello stato. Tra quelli citava proprio il viceavvocato dello stato Corsini, uno che alla luce del video facciamo fatica a credere che lavori per il miglior esisto dell’inchiesta interna che Zaia vorrebbe avviare. Questo video la dice lunga da che parti stia quel personaggio, c’è da chiedersi se giochi nella squadra dei D’Agostino, dei Turso, dei Saretta e dei Cordaro gli indagati di SIS?
Luca Zaia se non vuole sembrare inefficace e ininfluente dovrebbe dimetterlo domani mattina. Questo è quello che chiediamo, le Dimissioni di Corsini Dal ruolo di commissario e Autorità Vigilante per la Superstrada Pedemontana Veneta, alla luce del Video e dell’inchiesta della Procura di Vicenza. Tenete lontano dai controlli sulla SPV l’avvocato Corsini. E’ indegno di un serio provvedimento da parte del Committente che e rappresentato da Luca Zaia affidarsi a un arbitro che almeno tifa per la squadra sottoposta al suo controllo. Soprattutto perché i controlli andrebbero estesi proprio a quella galleria dove festeggiavano, dato che quella costruzione porta i prefabbricati prodotti da SIS nella sua centrale di prefabbricazione di Mason Vicentino. E’ la stessa dove è morto un secondo operaio a gennaio di quest’anno.
Se tanto mi da tanto, dato che l’inchiesta sul tunnel di Malo, per il decesso di un minatore, in tre anni ha portato al sequestro dell’intero cantiere, andrebbe verificato proprio come e cosa si lavorava nella centrale di prefabbricazione della SIS a Mason.