Taglio dei parlamentari, PdF Padova con Adinolfi: “non svendiamo la rappresentanza democratica per 2 caffè”

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Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia (PdF), sostiene le ragioni del no al referendum sul taglio dei parlamentari con un appello a Salvini: «Oggi, nel giorno più difficile per via dei cinque cretini che da deputati hanno chiesto il bonus Covid da 600 euro, va gridato forte e chiaro il no al referendum sul taglio dei parlamentari. Come Popolo della Famiglia arriveremo al congresso nazionale di settembre per offrire sulla spinta delle deliberazioni dei nostri iscritti che rappresentano i 220mila elettori del PdF, un aiuto concreto al fronte del NO. «Da subito» ha proseguito Adinolfi «sono personalmente impegnato con molti amici del Popolo della Famiglia a fare campagna per il NO in ogni angolo d’Italia. È il momento di compiere un salto di qualità, di politicizzare il referendum del 20 settembre: questa riforma voluta dal governo Conte deve essere bocciata. So che Salvini l’ha votata, ma il Popolo della Famiglia gli rivolge un appello affinché lui, la Meloni, Berlusconi insieme a tanti trasversalmente collocati anche a sinistra si mobilitano per far vincere il NO. La vittoria del NO il 20 settembre significherebbe sfratto esecutivo immediato per il governo Conte, sarebbe la fine dei sogni di gloria di Di Maio e Zingaretti. Le ragioni del NO a chi odia il Parlamento e voleva ‘aprirlo come una scatoletta di tonno’ sono ovvie e di facile comprensione: non si gioca con la democrazia. Ci negano da un anno le elezioni, caro Salvini ti invito a ottenerle nelle urne insieme al Popolo della Famiglia e a tutte le forze contrarie al referendum giallorosso. So che è un atto politicamente rischioso, ma è un atto che rimetterebbe al centro la democrazia: chi vuole elezioni subito voti no al referendum sulla riforma simbolo di Conte e dei grillini. Il 21 settembre celebreremo la caduta di una maggioranza usurpatrice e non eletta». Concludono dal PdF Padova «Togliamoci infine il fumo negli occhi del presunto risparmio che deriverebbe dal “taglio dei parlamentari”. 330 mila € al giorno, sbandiera il M5S ovvero 110 milioni di € /anno. Il bilancio statale italiano ha una spesa di circa 800 miliardi di € l’anno, e quindi la riduzione delle poltrone inciderebbe per meno dello 0,0002% (1/5 di millesimo) sul totale delle uscite. Fatti 2 conti, a spanne il risparmio è meno di 2 € l’anno per ogni italiano. Siamo consapevoli dei costi della rappresentanza democratica, ma non svendiamo il numero dei parlamentari al prezzo di due caffè all’anno».

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