Tamponi Covid dai veterinari, Guarda (Europa Verde): “è abuso di professione”

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Mentre dilaga e imperversa il malcontento tra i medici di base dopo che il presidente del Veneto Zaia ha quasi imposto loro di effettuare i tamponi per la ricerca del Covid, lo stesso governatore tirando dritto ha annunciato di voler coinvolgere anche i suoi quasi colleghi veterinari. Ma anche in questo caso c’è il tampone della discordia.

“Utilizzare i medici veterinari per compiti diagnostici propri della professione sanitaria e infermieristica, come ha chiesto il presidente Zaia nella sua ultima conferenza stampa – ha dichiarato in un comunicato la consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda – non solo è pericoloso perché lascerebbe scoperte le importanti attività di monitoraggio sulla filiera alimentare che questi professionisti, già in numero insufficiente nelle file della prevenzione della Regione Veneto, eseguono quotidianamente a tutela della salute pubblica, ma sarebbe giuridicamente improprio”.

“Per questo ho inoltrato una interrogazione a risposta immediata alla Giunta in cui chiedo su quali basi giuridiche l’amministrazione regionale stia ipotizzando di servirsi dei medici veterinari per l’esecuzione dei tamponi diagnostici – conclude Cristina Guarda – Lo stesso codice deontologico dei veterinari ribadisce che il campo di intervento della loro professione è circoscritto alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie degli animali. Ed è ipotizzabile quindi la perseguibilità legale di quei medici veterinari che rendano prestazioni sanitarie che sono riservate per legge al personale medico o infermieristico”.

Lo stesso Sivemp, il sindacato dei medici veterinari pubblici del Veneto, ha espresso la sua più ferma contrarietà in una nota scritta dalla sua segretaria Maria Chiara Bovo, in cui si chiede “che la nostra professionalità sia impiegata nelle tante e importanti attività di prevenzione e sorveglianza per cui siamo stati formati, per cui siamo stati assunti e che possiamo svolgere ai massimi livelli” e si invita Zaia a non tirarli “in ballo oggi per lo svolgimento di un’attività di medicina umana, in cui dovremmo sostituirci ad operatori socio sanitari e infermieri in prestazioni di loro competenza”.

“Al presidente Luca Zaia, che pure si è vantato in più di una occasione di aver dato uno o due esami di veterinaria – conclude Guarda – deve essere sfuggito che l’impiego di veterinari in prestazioni per i quali non sono competenti rappresenterebbe un abuso di professione infermieristica o medica”.

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