“Su ordine della Procura della Repubblica di Venezia – scrive la Nuova Venezia riprendendo il comunicato emesso sul MOSE dalla procura di Venezia, diffuso dalla GdF e di seguito da noi riportato* – il Nucleo di Polizia economico finanziaria ha dato eseguito – su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale – la confisca di beni per 1,2 milioni di euro, ricondotti al patrimonio familiare di Pio Savioli, l’uomo che all’epoca del Consorzio Venezia Nuova guidato da Giovanni Mazzacurati, il referente delle “coop rosse”.
N.B. un video della Finanza, mostra lo stato delle paratoie di Treporti, coperte da molluschi
Su ordine della Procura della Repubblica di Venezia, il Nucleo di Polizia economico- finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia (qui altre notizie su GdF e su Guardia di Finanza di interesse di ViPiu.it, ndr) ha dato esecuzione alla confisca disposta dal GIP del Tribunale lagunare nei confronti di un soggetto imputato per condotte corruttive nell’ambito dell’inchiesta MOSE
Il provvedimento si inquadra nella sentenza con cui è stata definita la posizione del soggetto mediante l’applicazione della pena, su richiesta della parte, ad anni 1 e mesi 8 di reclusione (pena sospesa) e con la statuizione della confisca del profitto del reato, quantificato in € 1.166.311.
Al fine di dare attuazione alla richiamata misura ablativa, la Guardia di Finanza ha eseguito una minuziosa ricostruzione dei beni riconducibili all’imputato, individuando plurimi atti di spoliazione patrimoniale posti in essere, in favore di propri familiari, nel corso dell’iter processuale. Gli approfondimenti investigativi, sviluppati anche mediante l’analisi di segnalazioni di operazioni sospette pervenute dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, hanno consentito di enucleare diverse polizze assicurative contratte o intestate alla consorte ma alimentate con fondi provenienti dal patrimonio personale del soggetto.
In esecuzione del richiamato ordine di confisca, sono state sottoposte a sequestro disponibilità liquide e finanziarie per l’intero importo individuato dal Giudice quale profitto della corruzione, pari ad € 1.166.311.